Chailly: la mia «prima»
«Tre lunghe ore per la tv, mancheranno gli applausi Le prove? Schema di arrivi e partenze per 24 star»
diretto da Michele Gamba, un’opportunità per un giovane milanese che ha già diretto alla Scala. Era impossibile fare contemporaneamente le prove di balletto e delle arie».
Si apre con «Rigoletto» e si chiude con «Guglielmo Tell»: in tutto 8 compositori e 33 brani…
«Serata corposa, in totale 15 titoli di opera. Ci siamo assunti un’importante responsabilità per un unicum che spero resti tale. Attraversiamo un secolo di musica per arrivare al brano di Rossini che dà significato alla serata. Ecco il testo: “Tutto cangia, il ciel s’abbella / L’aria è pura, il dì raggiante… Quel contenuto che in me sento / non può l’anima spiegar”. Si conclude con un Do maggiore, la tonalità più raggiante che esista. È l’idea di liberazione che tutti speriamo».
La sigla sarà «Io son l’umile ancella», una registrazione cantata da Mirella Freni.
«La regia darà una visione molto figurativa sulla musica cantata dalla Freni. Poi ci sarà l’Inno di Mameli e il Preludio di Rigoletto con tema la maledizione».
Il secondo brano sinfonico?
«Il Preludio di Carmen. La serata non è un susseguirsi di romanze, ma micropassaggi di opere incastonati in un percorso».
Con tanti cantanti come si fanno le prove?
«C’è uno schema che fa impressione, come un orario dei treni, arrivi e partenze. Tutto è calcolato con minutaggio. Proveremo con i solisti e con l’orchestra».
La tv sta cambiando i cantanti?
«Per loro, recitare è diventato un fatto naturale. A me piace questo discorso evolutivo della regia se garantisce il rispetto della musica. Bisogna cercare insieme la soluzione, non ci devono essere condizionamenti interpretativi».
Balletti e registrazioni romperanno il ritmo?
«Non credo. Ci sarà un senso unitario con brevissimi interventi parlati».
Veniamo ai rimpianti: prima è saltata la «Salome» con Michieletto ora la «Lucia di Lammermoor» con Kokkos.
«La Salome è stata interrotta addirittura alla prima prova di insieme; la Lucia dopo due settimane di prove di regia. Spero siano recuperate».
Saltate anche le sinfonie del progetto Beethoven e la «Sonata tritematica» per l’anniversario di suo padre.
«Per il brano di mio padre sarebbe stata prima esecuzione assoluta. Beethoven siamo a tre quarti, mancano la Prima e Sesta sinfonia. Le recupereremo con la Filarmonica».
Il Covid cambierà la fruizione musicale?
«Mi auguro che tutto ritorni come prima, ma con la consapevolezza che ciò sarà un privilegio. L’avanzamento tecnologico sia solo un accrescimento. La presenza è imprescindibile. Questo in corso è solo un adattamento che si sta trasformando in un incubo».
A dicembre la Scala ha tre appuntamenti, poi?
«Abbiamo programmato tante volte, ma non riusciamo ad annunciare nulla, non so quando potremo andare oltre le ipotesi».
Emergenza
L’azione scenica con i cantanti avverrà alle mie spalle. È uno stato di emergenza