«MANGIARE È COME VOTARE»
Scenari Il 1° dicembre, dibattito internazionale su alimentazione e nutrizione promosso da Fondazione Barilla. La consigliera di Palazzo Chigi: «Stiamo vivendo una sindemia» MAGGINO, CONSIGLIERA DI CONTE «SCEGLIERE GLI ALIMENTI GIUSTI PUÒ INFLUENZARE INT
C’è un concetto che secondo Filomena Maggino, consigliera del premier Conte e presidente della Cabina di regia Benessere Italia, spiega bene ciò che sta avvenendo con il Covid-19. Si tratta di una parola che viene dal mondo dell’epidemiologia ma che sta assumendo un valore sempre più ampio: «Quella che stiamo vivendo — spiega la professoressa, docente di Statistica sociale alla Sapienza di Roma e il prossimo 1° dicembre relatrice del Forum Barilla sulla nutrizione nel panel Cibo come prevenzione — non è una pandemia, è una “sindemia”, dall’inglese “epidemia sinergica”, cioè un’interazione di fattori biologici, ambientali e sociali. Il termine è stato usato di recente dalla rivista Lancet e io lo sottoscrivo appieno: significa che questo virus non ha colpito tutti allo stesso modo, ma si è innestato su una serie di disuguaglianze pregresse andando a danneggiare alcuni soggetti più di altri».
Qualche esempio?
«Le persone anziane con altre patologie. Ma anche persone non così anziane, affette però da diabete, problemi cardiovascolari, obesità (le famose malattie non trasmissibili: in Italia il 65,9 per cento dei deceduti per Covid-19 era iperteso e il 29,4 per cento aveva il diabete di tipo 2, ndr ). O ancora coloro che vivono nelle aree più inquinate o in quelle zone in cui i servizi territoriali di assistenza alla persona hanno funzionato peggio. Diciamo che, mentre una pandemia dovrebbe essere “democratica” e colpire tutti allo stesso modo, quando incontra dei fattori di fragilità colpisce sulla base delle disuguaglianze».
E a che tipo di conclusioni porta questo ragionamento sulla pandemia?
«Fa capire chiaramente come si debba avere una visione olistica della questione, un approccio non solo di tipo sanitario. In altre parole: non va curato solo il virus, va curato il sistema. Il virus ci ha fatto vedere, in Italia, come non aver messo al centro delle scelte politiche il benessere del cittadino ci abbia resi fragili».
Come rimediare?
«A livello generale la prima cosa da fare è migliorare i servizi territoriali di assistenza alla persona. A livello individuale il primo presidio di prevenzione è l’alimentazione, che tra le altre cose sostiene il sistema immunitario. La pandemia ci costringe a guardarci nel piatto: per affrontarla dobbiamo stare bene. Faccio un passo indietro: per affrontare una qualsiasi giornata, anche non in tempi di Covid19, dobbiamo stare bene. Quello che mangiamo deve diventare centrale. Invece prestiamo più attenzione alla benzina che mettiamo nell’auto che a quella che mettiamo nel corpo».
Cosa fare, in concreto?
Il virus
Non ha colpito tutti allo stesso modo, ma si è innestato su una serie di disuguaglianze
«Dobbiamo capire che, mangiando tre volte al giorno, è come se votassimo tre volte al giorno. Scegliere con cura il cibo ha il potere di influenzare un’intera filiera. È un gesto che, se fatto con consapevolezza, trasforma il consumatore in cittadino».
Per essere consapevoli, però, bisogna conoscere. Mangiare bene può essere una responsabilità solo individuale?
«Non solo, l’educazione alimentare è anche una questione collettiva. Infatti noi come Cabina di regia stiamo lavorando a delle linee guida per le mense degli ospedali, che devono essere non solo luoghi di cura ma anche di formazione agli stili di vita sani. E insieme alla Cei (Conferenza episcopale italiana) abbiamo un progetto, “Salute in missione”, che promuove la diagnosi precoce insieme alla corretta alimentazione. Il dramma, in questi mesi, è che stiamo producendo nuovi malati perché le diagnosi precoci non si stanno facendo. Ma comunque c’è anche una componente di responsabilità individuale nel mangiare sano. Per questo rivolgo a tutti un invito».
Quale?
«Recuperiamo un patrimonio tipicamente italiano, la dieta mediterranea. Ce ne stiamo discostando, invece va proprio seguita: cereali integrali, legumi, verdure di stagione, pesce, frutta, niente cibi troppo lavorati».
Spesso il paradosso è che il cibo più sano è quello più caro.
«Si può comprare meno e meglio. E poi, come dicevo prima, se noi cittadini chiediamo alle aziende quello che vogliamo possiamo davvero incidere. Abbiamo il potere di ridisegnare i sistemi alimentari ogni giorno, sulla nostra tavola. Non sprechiamolo».
Il nostro potere
Possiamo ridisegnare i sistemi alimentari ogni giorno, a tavola. Non sprechiamolo
Dieta mediterranea
Cereali integrali, legumi, verdure di stagione, pesce, frutta, niente cibi troppo lavorati