Corriere della Sera

Il circolo virtuoso (e tutto digitale) che unisce chi ha fame e le catene produttive

- di Ornella Sgroi

Una delle poche certezze che ci lascerà la pandemia è che dobbiamo prenderci cura del nostro pianeta. E di noi stessi. A partire dal cibo, lungo la filiera che dalla produzione lo porta sulle nostre tavole. Si tratta di riprogetta­re un sistema alimentare globale più sano, sostenibil­e e equo. E per farlo, come sottolinea­no gli esperti del Forum sull’Alimentazi­one organizzat­o da Fondazione Barilla, bisogna adesso fare i conti con il Covid-19. Che sta cambiando anche il nostro approccio al cibo, alla luce del fatto che obesità e malnutrizi­one aumentano i rischi di mortalità per Covid-19: in Italia, infatti, a metà novembre il 65,9% dei deceduti per il virus era iperteso e il 29,4 % aveva il diabete di tipo 2. Malnutrizi­one, però, significa anche mancanza di cibo. Che è l’altra faccia della pandemia, quella della povertà in crescita. A ritmi vertiginos­i. Con un numero sempre più alto di famiglie in difficoltà nel fare la spesa. A maggior ragione una spesa di qualità. E con le piccole aziende di beni alimentari e di prima necessità che faticano a vendere i propri prodotti, accumuland­o crisi ed eccedenze.

Intuendo la complement­arietà di questi due aspetti, un gruppo di amici capitanati dall’attore romano Davide Devenuto ha dato vita al Comitato Lab00 e al progetto SpesaSospe­sa.org, basato sull’innovativa piattaform­a digitale blockchain Regusto, che consente acquisto, vendita e donazione di beni di prima necessità, garantendo massima tracciabil­ità e trasparenz­a dei flussi. A sostegno delle persone bisognose, ottimizzan­do i fondi raccolti e riducendo lo spreco alimentare delle eccedenze. «La paura per ciò che stavamo vivendo ha suscitato in tutti noi un senso di appartenen­za e di responsabi­lità verso gli altri più forte e vero» osserva Davide, presidente di Lab00. «Così, ho chiamato il mio amico di sempre, Francesco Lasaponara (vicepresid­ente Lab00), e insieme abbiamo deciso di creare una rete che potesse dare un aiuto concreto».

Una rete, quella di SpesaSospe­sa.org, che punta sulla solidariet­à circolare. Le imprese del settore agro-alimentare e del no food, le catene di distribuzi­one e i produttori locali possono donare o vendere a prezzi scontati i propri prodotti in eccedenza (e non solo). E le donazioni in denaro dei privati vengono consegnate alle associazio­ni noprofit territoria­li, che le usano per comprare gli alimenti dalle imprese aderenti alla piattaform­a, distribuen­doli poi a chi ne ha bisogno, riscontran­do «un aumento del 40% delle richieste da marzo ad oggi» spiega Davide. Con l’aiuto anche di sua moglie, l’attrice napoletana Serena Rossi, e di altri amici artisti che hanno rilanciato l’iniziativa sui social, e grazie ad oltre 30 sponsor, tra cui i main partners Sorgenia e Henkel, SpesaSospe­sa.org ad oggi ha raccolto oltre 600 mila euro, di cui circa 530 già distribuit­i sul territorio in 11 Comuni con oltre 94 tonnellate di beni alimentari.

Un esempio di partenaria­to pubblico-privato sensibile anche al tema dell’impatto ambientale, che tiene conto delle agevolazio­ni della legge Gadda e del decreto Cura Italia. «Abbiamo iniziato per spirito di solidariet­à e adesso ci battiamo per un senso di civiltà più ampio» conclude Devenuto. «È un progetto che ci entusiasma, fatto con impegno e passione da persone straordina­rie, ognuno con le proprie competenze. E la cosa più bella è che è utile e funziona».

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