Hamilton vola verso quota 100, la Ferrari si perde nel deserto Scontro con Mercedes sui motori
Bahrein, pole n. 98 di Lewis. Schumi jr: lotta aperta per il titolo F2
La legge del deserto è spietata con la Ferrari, da terra amica (sei vittorie in Bahrein in sedici edizioni del Gp) a fortezza, le qualifiche hanno consegnato le radiografie definitive dei mali del 2020. Diagnosi: mancanza di potenza. Charles Leclerc mai si sarebbe immaginato di dover dire certe cose — «L’esclusione dai top 10 non è una sorpresa, non mi sono mai sentito a mio agio con la macchina— nella terra che l’anno scorso aveva consacrato il suo talento: pole alla seconda gara, con Sebastian Vettel al rimorchio, soltanto un guasto gli aveva tolto la vittoria. Rieccoli di nuovo vicini, ma in fila come pendolari: 11° il tedesco e 12° il monegasco.
Distanziati socialmente dal monarca assoluto della F1, Lewis Hamilton: pole numero 98, ennesima lezione di guida a Valtteri Bottas, quota 100 nel mirino con due sabati ancora disposizione. A rompere la noia c’è solo il bellissimo duello per il titolo fra i cadetti della Ferrari Academy in Formula 2 : Mick Schumacher, 4° ieri in gara 1, ha 12 punti di vantaggio su Callum Ilott (2°) a tre corse dalla fine (la prima oggi alle 10.55, Sky).
Gli studenti brillano, i professori no. Anche due settimane fa, le due Rosse finirono fuori dai primi dieci per poi risalire fino al podio, ma c’erano condizioni particolari: pioggia, un asfalto assurdo. Ripetersi? Difficile, però si punta portare a casa «il bel bottino di punti» di cui parla Sebastian Vettel, il più ottimista. Con una gestione accorta delle gomme, con le strategie. Bisogna limitare i danni in classifica, la Ferrari è sesta a -24 dalla Racing Point, ma i numeri da tenere d’occhio sono altri.
In Bahrein, tracciato sensibile ai cavalli, la monoposto 2020 ha perso un secondo e tre decimi su quella 2019, a causa delle direttive tecniche dopo l’inchiesta Fia sui motori. Un’eternità. A Maranello c’è fiducia sulla nuova power unit, ma la montagna da scalare è alta e bisognerà vedere di quanto cresceranno gli altri. Mentre proseguono le schermaglie fra Mattia Binotto e Toto Wolff. Il capo della Ges, nell’aprire alla richiesta di congelamento dei motori nel corso del 2022, ha suggerito di introdurre un sistema di «convergenza delle prestazioni» (diverso dal «balance of performance» di altre categorie come il Gt) per aiutare i motoristi in difficoltà, l’idea piace anche alla Red Bull. Wolff: «Sarebbe un’umiliazione per la F1».