La spinta per Haaland: «Tempo di una nativa al governo»
Chiedono la sua nomina all’Interno 50 deputati e 120 capitribù. I nodi che restano al presidente eletto
I Nativi americani sono stati cruciali per la vittoria di Joe Biden in Arizona e in Wisconsin. Ora chiedono che, per la prima volta, una di loro guidi il dipartimento dell’Interno. La loro candidata più quotata è Deb Haaland, 59 anni, deputata del New Mexico e dei Laguna Pueblo, che ha già fatto la Storia come una delle prime due donne native (con Sharice Davids del Kansas) elette al Congresso nel 2018.
Ad appoggiare Haaland ci sono non solo 120 capitribù ma anche una cinquantina di colleghi democratici alla Camera (e qualche repubblicano). Ha, insomma, sia un qualche appoggio bipartisan che quello dei progressisti di Bernie Sanders e delle organizzazioni impegnate per il clima. I suoi sostenitori hanno scritto lettere a Biden, definendola la candidata più qualificata e una scelta storica: la prima nativa americana a capo di un dipartimento di governo.
È un esempio delle nomine delicate che attendono ancora il presidente-eletto, con un occhio alla necessità di ottenere l’approvazione del Senato
Biden deve ottenere la conferma al Senato ma tenere insieme le anime del partito
se dopo il ballottaggio in Georgia restasse a maggioranza repubblicana, e con l’altro al bisogno di tenere unite le anime del suo partito e rispettare la promessa di un governo inclusivo che “abbia l’aspetto dell’America”.
Molto discusse sono le poltrone di segretario alla Giustizia (Sally Yates, ex vice segretario sotto Obama, potrebbe essere bloccata dai repubblicani, perciò si parla anche di Deval Patrick, ex governatore afroamericano del Massachusetts benché ex rivale di Biden per la nomination, o di Lisa Monaco, altra consigliera obamiana), e quella di capo del Pentagono (dubbi su Michele Flournoy, alta funzionaria legata a Obama e Clinton osteggiata dai progressisti).
Per i Nativi, il dipartimento dell’Interno è significativo perché sovrintende ai territori federali e alle risorse naturali. Per la stessa poltrona circolano i nomi di Kevin Washburn della Nazione Chickasaw dell’Oklahoma, già capo degli Affari Indigeni, ma anche di due senatori del New Mexico: Martin Heinrich e Tom Udall, il cui padre ha avuto quel posto sotto John F. Kennedy.
Un’altra speranza delle tribù è che Bears Ears, il monumento nazionale creato da Obama e ridotto drasticamente da Trump, venga ripristinato ai confini originari. Questo dipenderà dallo stesso Biden.