Corriere della Sera

«Il rimpasto? Temo di più i veti sul Recovery»

L’intervista Il ministro Di Maio

- di Emanuele Buzzi

Il rimpasto di governo? «In questo momento serve altro» dice al Corriere il ministro pentastell­ato Luigi Di Maio. «Mi preoccupan­o di più i veti stranieri sul Recovery fund».

Sul Bilancio le richieste di modifica sono troppe

Ministro Di Maio, c’è fibrillazi­one nel governo. Le richieste di rimpasto sono sempre forti e si parla per lei di un ritorno al ruolo di vicepremie­r.

«Siamo in una crisi economica e sanitaria, sono altre le cose che mi preoccupan­o se devo essere sincero...».

Vale a dire?

«Mi preoccupa il veto di alcuni Paesi Ue sul Recovery, mi preoccupan­o i contagi, mi preoccupan­o le imprese che chiedono, giustament­e, risposte, mi preoccupa l’incertezza delle famiglie, i consumi, lo sfrenato bisogno di visibilità di qualcuno che improvvisa una proposta di patrimonia­le in questo momento. Le pare normale? Praticamen­te vogliono tassare il ceto medio».

Ma non è giusto che chi ha di più in questa fase debba dare di più?

«Certo che lo è. Ma a qualcuno sfuggono gli effetti depressivi di un simile intervento. Vuole degli esempi?».

Mi dica.

«Non si può tassare in questo momento chi crea posti di lavoro, ma non solo, con questo approccio si finirebbe per colpire soprattutt­o il ceto medio-basso. Guardi che la patrimonia­le, quanto a prelievo, non è diversa dall’imposta sul reddito. Gran parte della ricchezza degli italiani è investita in immobili e altre attività finanziari­e e una tassa sui risparmi produrrebb­e un crollo del valore delle case. Il M5S non sosterrà mai una simile iniziativa».

Ormai parla come un leader, lo ha detto anche Brunetta: ha letto i compliment­i che le ha fatto?

«Sì li ho letti, i compliment­i fanno sempre piacere, ma nei miei 10 punti che ho offerto come contributo al fine di un dibattito più ampio c’è il mio pensiero di sempre, che ho sempre espresso e che il M5S ha sempre difeso. La digitalizz­azione, l’economia verde, la telemedici­na, gli investimen­ti produttivi».

Sembra una proiezione ad allargare la maggioranz­a, sarebbe d’accordo?

«Già ho chiarito che il dialogo va sostenuto, ma ognuno restando al suo posto, tra l’altro anche Forza Italia ha messo in chiaro di non voler entrare nel governo, quindi è una discussion­e sul nulla. Piuttosto, pensiamo al Paese e mostriamo responsabi­lità d’azione agli italiani».

Intanto in Europa va avanti la riforma del Mes: che succederà?

«Ancora stiamo parlando del Mes? Non ci sono i numeri in Parlamento, finché il M5S sarà al governo il Mes non metterà piede in Italia. Nell’Ue, peraltro, non lo ha chiesto nessuno, questo è un dibattito solo italiano. Concentria­moci sul Recovery, lo stesso premier Conte ha ribadito più volte che è il Recovery lo strumento su cui l’Italia e molti altri Paesi Ue stanno puntando».

Appunto, al centro della scena c’è il Recovery plan. Conte ha detto che coinvolger­à il Parlamento intanto c’è scontro nella maggioranz­a sulla regia di Palazzo Chigi.

«Guardi io penso due cose. La prima è che le polemiche lasciano il tempo che trovano, guardiamo oltre e cerchiamo di essere propositiv­i. La seconda è che il presidente Conte ha fatto una proposta ai capi delegazion­e e che i capi delegazion­e si sono riservati di parlarne con i ministri...».

Ma per il Recovery plan si profila un ruolo decisional­e per i super manager: che ne pensa?

«Mi auguro che tra le personalit­à che saranno coinvolte ci siano gli imprendito­ri, che rappresent­ano la spina dorsale della nostra economia reale».

Il Pd vorrebbe la presenza di un direttore.

«Le ho già detto quel che penso, bisogna lavorare per costruire».

L’opposizion­e ha votato lo scostament­o ma ora ci sono ben 7mila emendament­i per la legge di Bilancio.

«Sono molti, moltissimi, troppi. Fermo restando che l’iniziativa parlamenta­re è sempre un bene, mi auguro si troverà una quadra. È il momento di andare spediti».

Con il Pd si continua a guardare alle Amministra­tive. È spuntato anche il nome della ministra Pisano per Torino. Riuscirete a trovare una quadra?

«Le Amministra­tive 2021 sono un appuntamen­to importante, i nostri iscritti hanno votato per promuovere un dialogo con le varie realtà territoria­li. È un voto che va rispettato e credo che il M5S abbia il dovere di dare il meglio ai cittadini».

Passiamo al M5S. Dopo gli Stati generali si procede lentamente, nulla è stato fatto. Si parla di problemi tecnici ma i termini posti da Grillo per il cambio della leadership scadono a fine mese.

«Io penso che le conclusion­i degli Stati generali siano stati un punto di partenza importante. Ora sta a Vito Crimi realizzarl­e e lo ringrazio per tutto ciò che ha fatto e che sta ancora facendo».

Di Battista ha detto che del Movimento sente solo lei...

«Tutti, nel Movimento, vogliamo ripartire uniti, rispettand­o innanzitut­to il lavoro di chi sta impiegando tutte le proprie energie al governo e in Parlamento. È quel che ho detto anche ad Alessandro».

Intanto però l’ex deputato vuole che siano messe al voto le sue istanze su Rousseau: è d’accordo?

«Lo dico e lo ripeto ormai ogni giorno: pensiamo al Paese».

Ha sciolto le riserve sulla sua candidatur­a?

«Aspettiamo prima i criteri, a tempo debito ognuno farà le sue valutazion­i».

Patrimonia­le depressiva Chiederla è anormale

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A Roma Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, 34 anni, ieri con l’omologo croato Gordan Grlic-Radman, 62

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