Tasse sospese, una parte sarà cancellata
Lo prevede l’ultimo decreto Ristori. Riguarderà le attività che avranno registrato forti perdite nel periodo natalizio
Una parte di imprese e partite Iva non dovrà più versare le tasse (secondo acconto Irpef, Ires e Irap), i contributi e l’Iva di dicembre che sono stati rinviati alla prossima primavera col decreto legge Ristori quater. A questo serve il «Fondo perequativo» per il 2021 (articolo 23). I beneficiari dell’abbuono di tasse e contributi saranno individuati «sulla base dei parametri» indicati in un Dpcm su proposta dei ministri dell’Economia e dello Sviluppo. L’idea è quella di concedere «l’esonero totale o parziale dalla ripresa dei versamenti fiscali e contributivi» (rinviati dal dl Ristori quater rispettivamente al 30 aprile e al 16 marzo) a quelle attività che avranno subito «una significativa perdita di fatturato» (probabilmente superiore al 33% necessario per rientrare intanto nel rinvio) e misurata sulla parte finale dell’anno (e non più sui primi sei mesi rispetto a quelli del 2019, come per le sospensioni fiscali).
Non a caso, nella relazione con la quale il governo aveva chiesto al Parlamento l’ok a uno «scostamento di Bilancio» di 8 miliardi di euro si annuncia la volontà di sostenere «lavoratori e imprese che, nell’economia complessiva di ciascun anno, dipendono in misura rilevante dal periodo natalizio». Nel Fondo perequativo finiranno 5,3 miliardi, cioè la gran parte del valore di tasse e contributi per ora solo rinviati. L’erario rinuncerà quindi a questa parte degli incassi, che resteranno nelle tasche dei contribuenti. L’intento è perequativo nel senso che dovrebbero essere premiate imprese e partite Iva esclusi dai precedenti contributi a fondo perduto, ma che hanno subito ugualmente forti perdite. Novità anche sulla nuova rottamazione delle cartelle cui saranno ammessi anche coloro che hanno saltato 10 rate delle precedenti sanatorie, spiega la viceministra Laura Castelli.