IL FISCO (NON AMICO) FALSI MITI E DANNI DELLA PATRIMONIALE
Ci risiamo, si torna a parlare di patrimoniale. Alcuni parlamentari, segnatamente di Leu, Pd e del M5S, hanno presentato un emendamento in questo senso. Sintomatico il fatto che gli ultimi due partiti, attraverso i loro leader, si siano immediatamente dissociati. Ha del sorprendente l’idea. Con un emendamento che prevede la tassazione a partire dai 500 mila euro di ricchezza netta ( tra beni immobili e mobili), secondo i proponenti, si riuscirebbe in un colpo solo a rendere più progressivo il Fisco.
Cittadini, famiglie, aziende, sono nella piena incertezza. Sono alle prese con una crisi determinata da un’emergenza sanitaria e quindi ancor più foriera di rischi. Nessuno sa quanto riuscirà a incassare l’anno prossimo, se il lavoro ci sarà ancora e in che misura. Possibile che in questo momento venga in mente di cambiare il sistema fiscale con una patrimoniale? E poi andando a incidere su uno dei beni che hanno dato tranquillità agli italiani in questi anni, vale a dire la casa? Forse sfugge il fatto che la metà della ricchezza del nostro Paese è costituita proprio dalle case, spesso quelle in cui gli italiani vivono. Si dirà, ma l’emendamento vuole togliere l’Imu. Come se l’Italia e il Fisco italiano proprio sull’Imu da mettere, poi da togliere e poi da cambiare, non avesse vissuto mesi e anni di ulteriore incertezza.
Non è con un emendamento che si può cambiare il Fisco. Si fa politica, forse. Purtroppo non della migliore qualità.
La verità è che si vuole colpire il possesso dei beni. La proprietà. Altrimenti ci si porrebbe il tema del reddito che si trae da quei beni. Il possesso di per sé garantisce ben poco. E allora il discorso immediatamente cambierebbe. Analoga riflessione andrebbe fatta sul risparmio e sulla sua tassazione. Ma non si fa rammendando qua e là un sistema che ancora oggi permette alla metà dei contribuenti di non pagare nemmeno un euro, grazie al gioco perverso di detrazioni e deduzioni. Quelle detrazioni e deduzioni frutto delle centinaia di emendamenti che le varie lobby sono riuscite a far passare proprio negli assalti alla Manovra. Senza dimenticare poi i tanti che ancora oggi sono scandalosamente invisibili al Fisco. Ezio Vanoni, il padre della forse unica grande e completa riforma fiscale italiana, sembrava aver lasciato un solido insegnamento: guai a pensare al Fisco come un sistema modificabile a partire da singole imposte. Non è stato così. Lo scorso anno, ricordate?, avremmo dovuto decidere se azzerare l’Iva come volevano alcuni, o modularla per altri. Era quasi scontato che si sarebbe tornati a spaventare gli italiani con la patrimoniale. Eccola di nuovo.