Made in Italy, moda e digitale Ynap, staffetta Marchetti-Lefebvre
L’imprenditore ravennate resterà presidente. Il recente ingresso nel board di Armani
Ha cominciato la sua carriera di amministratore delegato di Yoox 21 anni fa andando controcorrente — sfogliando le Pagine Gialle alla ricerca di finanziatori per la sua startup — e ieri mattina l’ha conclusa nello stesso modo: sorprendendo tutti con una fiaba «postata» sul suo account Instagram («C’era una volta un ragazzo di Ravenna, la città dei mosaici e di Dante Alighieri, che partì per il mondo con un sogno: innovare la moda attraverso la tecnologia…»).
Federico Marchetti, cinquantenne, fondatore di Yoox e poi di Yoox Net-A-Porter, multinazionale dell’ecommerce della moda, primo e finora unico italiano a inventare un «unicorno» del settore tech, cioè una startup passata da 0 a 1 miliardo di dollari, lascia la carica di amministratore delegato (come aveva annunciato a marzo, prima della pandemia) e resta presidente nel periodo della transizione che dal 4 gennaio 2021 porterà al comando di Yoox Net-A-Porter Group il francese Geoffroy Lefebvre, attualmente group digital distribution director presso Richemont (e ex ad di Baume & Mercier).
Johann Rupert, presidente di Richemont che controlla Ynap, ha ringraziato il «visionario» Marchetti per il «viaggio digitale» da lui intrapreso, ma più che un viaggio digitale è stato una specie di percorso fantascientifico, una passeggiata sulla superficie lunare partita da Ravenna alla fine degli anni 80 quando il figlio di un magazziniere e di una impiegata va alla Bocconi dove si laureerà con 110 e lode, lavorerà per tre anni nella finanza per poi prendere il master alla Columbia e creare una startup.
Voleva vendere moda online quando i grandi marchi erano i primi a non credere a Internet (i loro siti aziendali erano poco più di fermacarte digitali) e quando banche d’affari, investitori istituzionali, e perfino gli ex compagni della Bocconi ascoltavano perplessi il business plan del ragazzo «senza neanche una lira in tasca».
Elserino Piol, padre nobile del venture capital in Italia, con 3 miliardi di lire avvia Yoox giusto in tempo per assistere al crash della «bolla» new economy (2000) e all’11 settembre 2001. Ma le buone
Marchetti
Lascio il testimone a Geoffroy Lefebvre come ceo di Yoox Net-APorter Group. Abbiamo lavorato insieme negli ultimi tempi ed è diventato un esperto del nostro business model
idee — considerare tecnologia e pratica artigianale gemelle diverse ma inseparabili — hanno le gambe lunghe e la startup di Marchetti comincia a correre e offre anche la sua infrastruttura di know-how digitale ai grandi della moda: dal 2006 progetta e gestisce i siti online di una trentina di importanti marchi. In seguito alla fusione con Net-A-Porter nel 2015 Yoox diventa Yoox Net-APorter Group (Ynap), con il mantra di sempre: innovare.
Esempio 1: nel 2006, un anno prima dell’invenzione dell’iPhone, Marchetti capisce che il business si sarebbe spostato dal desktop al telefono, ed ecco arrivare l’ecommerce portatile.
Esempio 2: la sostenibilità, già dodici anni fa Yoox opta per il packaging 100% riciclabile, la membership nello United Nations Global Compact, l’enfasi sugli edifici aziendali non inquinanti
La nomina
Il manager francese sarà chief executive officer dal prossimo 4 gennaio
certificati Breeam, l’adesione alla filosofia fur-free nel, e ultima in ordine di tempo la collezione di moda sostenibile (e benefica) con The Prince’s Foundation del Principe Carlo d’Inghilterra.
Esempio 3: le pari opportunità, perché Marchetti è sicuro che sua madre, impiegata, «se avesse potuto studiare sarebbe diventata amministratore delegato della Fiat». Ecco quindi che in Ynap (dati 2019) il 62% dei dipendenti è donna, maggioranza anche nel management. Il «New Yorker» lo definì «the geek of chic», il secchione dello chic, ma lo rattrista il quasi monopolio maschile nella Silicon Valley, così il 30% di chi si occupa di programmazione tra Italia e Regno Unito per Ynap è donna (il doppio della media di Silicon Valley). «La nuova Coco Chanel è già nata e fa la programmatrice», ripete quando gli chiedono delle sue borse di studio per programmatori (60% ragazze).
Il futuro? Marchetti è un uomo curioso. Da tre mesi è nel board di Armani — con lo stilista si capiscono con uno sguardo — ed è un passo storico perché per la prima volta una persona esterna alla famiglia è entrata nel consiglio di amministrazione. E se l’anno prossimo gli venisse qualche nuova idea, non avrebbe neppure più bisogno di cercare una copia malandata delle vecchie Pagine Gialle per trovare un interlocutore.