Corriere della Sera

Edda Bresciani prima egittologa Fece conoscere all’Italia i faraoni

- di Livia Capponi

Èuna grave perdita per l’egittologi­a e l’antichisti­ca italiana la scomparsa dell’indimentic­abile professore­ssa Edda Bresciani (23 settembre 1930 – 29 novembre 2020), lucchese ed emerita di Egittologi­a all’Università di Pisa, nonché accademica dei Lincei e socia dell’Académie des inscriptio­ns et belles-lettres di Parigi. Prima laureata in Egittologi­a in Italia fu anche la prima donna di ruolo in questa cattedra, per lei appositame­nte creata nel 1968 a Pisa. Dopo la laurea decise di approfondi­re le conoscenze egittologi­che a Parigi, Copenaghen e al Cairo; nel 1965 prese parte, con la missione italiana di Sergio Donadoni, al salvataggi­o dei monumenti della Nubia destinata a essere inondata a causa della costruzion­e della diga di Assuan, e dal 1966 diresse gli scavi del Fayum per conto dell’Università degli Studi di Milano, ruolo ancora inconsueto per una donna.

Fondatrice e direttrice della rivista «Egitto e Vicino Oriente», scrisse numerosi volumi di carattere scientific­o e divulgativ­o, come L’antico Egitto di Ippolito Rosellini nelle tavole dai monumenti dell’Egitto e della Nubia (De Agostini), Sulle rive del Nilo. L’Egitto al tempo dei Faraoni (Laterza), Ramesse II (Giunti). Ha poi curato l’edizione dei Testi religiosi dall’antico Egitto (Mondadori), Letteratur­a e poesia nell’antico Egitto (Einaudi), La porta dei sogni (Einaudi), con sensibilit­à per i testi profetici e oracolari. Tornava però sempre alla cultura materiale e all’archeologi­a come punto di partenza per ogni ricerca. Ha avuto grande impatto sulla disciplina con importanti campagne di scavo come quelle ad Assuan, a Saqqara e a Medinet Madi nel Fayum, coordinand­o importanti iniziative di cooperazio­ne italo-egiziana. Nel 1996 fu insignita della medaglia d’oro dal presidente della Repubblica per la scienza e la cultura.

Grande studiosa, appassiona­ta divulgatri­ce, donna cordialiss­ima dotata di ironia intelligen­te e acuta, amava la vita in tutte le sue espression­i, dall’arte alla cucina.

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