Corriere della Sera

Il lato vintage di Baglioni

«Torno con un disco che sembra un film in costume Sanremo? Come uscire Papa e rientrare cardinale»

- Andrea Laffranchi

Dopo sette anni il cantautore pubblica l’album «In questa storia che è la mia»

Claudio Baglioni accelera i tempi. Il suo nuovo album «In questa storia che è la mia» arriva a sette anni dall’ultimo. «Con il precedente ce n’erano voluti dieci», sorride. «Ho dato un’occhiata ai ruolini di marcia dei colleghi miei coetanei e sono simili: forse siamo diventati più esigenti o forse abbiamo qualcosa in meno da dire». Non che in mezzo sia stato fermo. Ci sono stati due Sanremo da «dittatore» artistico e un tour kolossal per i 50 anni di carriera.

L’album (esce venerdì) si apre con una dichiarazi­one di intenti. Su «Altrove e qui» Baglioni attacca così: «Ho vissuto per lasciare un segno». Obiettivo raggiunto? «Si alternano momenti in cui mi do la patente del bravo o bravissimo a quelli di auto-disistima. Lasciare il segno è il motivo che ha spinto un ragazzetto della periferia romana di Centocelle a pensare che il pianoforte potesse essere un piedistall­o per farsi vedere, per farsi notare dalle ragazze e non essere più quello che veniva soprannomi­nato “Agonia”. Non avevo dentro l’angelo o il diavolo dell’arte. Mi viene in mente la parola “incidere”, non solo relativa ai solchi del disco, ma alla volontà di farlo nella corteccia emotiva di chi ascolta».

Il cantautore romano vede questo disco come «un’operina moderna» composta da 14 brani, ouverture e finale, 4 interludi. Le canzoni corrono su un doppio binario: l’amore «seguito lungo tutta la sua parabola» e una mini autobiogra­fia negli interludi che si ricompongo­no in «Uomo di varie età». Qui racconta il primo ricordo musicale (una radio), il contratto quando nessuno ci credeva più, l’arrivo del successo, gli stadi e anche l’«uscita di scena». Tranquilli­zza i fan: non è il testamento artistico. «Da una ventina d’anni faccio le prove del gran finale ma ho la sensazione che non sia ancora arrivato il momento».

La lista di crediti di «In questa storia che è la mia» è lunga: «Questo disco è come un film in costume che prova a ricreare un’altra epoca, in questo caso il periodo fra metà anni 60 e metà anni 70. Ci sono anche tante citazioni nascoste di cose che ho fatto nel passato: il papà di questo disco è “Oltre”, la mamma “Strada facendo”. Tutti i suoni sono prodotti dai polpastrel­li e dal talento di musicisti. Il digitale è intervenut­o solo per suggerire ambienti e spazi».

Morandi, suo compagno di avventura in un tour di qualche anno fa, ha detto di aver incontrato i propri discografi­ci e di esserne uscito con le idee poco chiare. «Quando ero direttore artistico di Sanremo ho sentito discografi­ci fare discorsi pesanti su colleghi blasonati. Noi dobbiamo stare attenti a non vivere di sola nostalgia, ma alcune idee del passato sono ancora valide. L’importante è non ammiccare al moderno ma essere contempora­nei». A proposito di Festival, non sembra interessat­o a un ritorno come ospite: «Qualcuno mi ha fatto notare che non si può uscire Papa e rientrare cardinale».

Nell’opinione pubblica, Baglioni è sinonimo di sentimento, ma nelle parole di «Mentre il fiume va» e «Pioggia blu» l’amore prende una piega più fisica. «Fra anni 80 e 90 ho fatto 5-6 album in cui il tema dell’amore non era così centrale e non è la prima volta che affronto temi più carnali, ma questa volta c’è dell’erotismo inteso come contemplaz­ione della bellezza».

Dice che ha lavorato ad alcune canzoni con il «teleobiett­ivo» alla ricerca di dettagli e ad altre con il «grandangol­o» per una visione di insieme. «In un mondo nuovo» appartiene alla seconda categoria e racconta la voglia, a volte persino naïf, di una società diversa: «È quasi una canzone corteo con tanti cartelli. Spero che la pandemia sia un’occasione per farci rivedere a che punto siamo e che cosa vogliamo fare».

 ??  ?? Claudio Baglioni, Virginia Raffaele e Claudio Bisio: i tre conduttori sul palco dell’Ariston durante l’edizione 2019 del Festival di Sanremo.
Claudio Baglioni, Virginia Raffaele e Claudio Bisio: i tre conduttori sul palco dell’Ariston durante l’edizione 2019 del Festival di Sanremo.
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● «In questa storia che è la mia» (nella foto la cover) è il nuovo album di Baglioni in uscita venerdì. Si tratta di un «concept» che disegna la parabola dell’amore, sia personale che universale
La cover ● «In questa storia che è la mia» (nella foto la cover) è il nuovo album di Baglioni in uscita venerdì. Si tratta di un «concept» che disegna la parabola dell’amore, sia personale che universale
 ??  ?? Sguardo Claudio Baglioni, 69 anni, ha iniziato il suo percorso artistico nel 1964 quando, 13enne, ha partecipat­o a un concorso canoro di voci nuove. Nel corso della sua carriera ha venduto oltre 60 milioni di dischi in tutto il mondo
Sguardo Claudio Baglioni, 69 anni, ha iniziato il suo percorso artistico nel 1964 quando, 13enne, ha partecipat­o a un concorso canoro di voci nuove. Nel corso della sua carriera ha venduto oltre 60 milioni di dischi in tutto il mondo

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