Il Torino sbatte contro Audero ma la squadra è in crescita
A piccoli passi, troppo TORINO piccoli forse. Il Toro non va ol- tre il 2-2 con la Samp: appena sei punti in nove gare, e sabato c’è la Juve. Il bicchiere è mezzo pieno per i blucerchiati, perché il pessimo primo tempo poteva costare ben più caro dello svantaggio minimo (rete di Belotti sotto misura su assist da destra di Singo). Un approccio inaccettabile anche per Ranieri che (squalificato) dalla tribuna ha cacciato urla impressionanti verso i suoi. «Il riscaldamento è finito», il messaggio alla fine del primo tempo, con ordine al vice Benetti di cambiarne addirittura
quattro nell’intervallo.
Il Toro, dal canto suo, non riesce mai a rimanere «connesso» per 90’. Domina a lungo con il 3-5-2, subisce il pareggio su uno sfortunato rimpallo (Candreva sfonda su «assist» di Rincon) e per un quarto d’ora circa gira a vuoto: smarrito, intimidito. Non a caso, nel frattempo arriva il 2-1 di Quagliarella... alla Quagliarella: palla dentro di Candreva e spettacolare destro al volo di Fabio.
La reazione granata arriva subito dal campo (Zaza è fermato da uno strepitoso Audero), e al 26’ dalla panchina: dentro Verdi e Murru; squadra a quattro dietro e col trequartista a ridosso di Belotti e Zaza. Piovono occasioni, Audero è strepitoso su Meité, Verdi (impatto eccellente il suo) e
Lyanco. Si arrende solo sul colpo di testa ravvicinato di Meité.
Ai punti, il verdetto è indiscutibile: meglio il Toro. Ma non siamo su un ring, e a Giampaolo resta in mano la posta minima. C’è ancora da lavorare parecchio sulla testa di una squadra che fatica a cancellare le scorie dell’ultima disastrosa stagione. Comunque incoraggiante l’atteggiamento dei giocatori: credono ciecamente nel proprio condottiero. E al di là della reazione finale di ieri con il «rombo», l’impressione è che valga la pena investire con decisione sul 3-5-2: la rosa garantisce solidità tattica e alternative importanti in tutti i ruoli con questo sistema.