Il virus rallenta, più di 800 mila i guariti
Ancora stabile ma sopra quota 20 mila l’incidenza della curva epidemica, e sempre troppo alto il numero dei morti.
Il bollettino del 2 dicembre ha contato 684 nuove vittime, un dato in diminuzione rispetto al giorno prima (erano state 785) ma comunque drammatico, secondo il Comitato tecnico-scientifico. Il totale dei deceduti dall’inizio dell’epidemia ha adesso superato quota 57 mila, per l’esattezza 57.045 vittime.
Gli altri indicatori sono discreti, in lieve ma costante discesa. I nuovi casi sono 20.709 in leggera risalita ma i test effettuati sono stati 207.143, 25.043 in più rispetto a quanto riportato dal bollettino di martedì. Il tasso di positività è calato di 0,6 punti percentuali: siamo al 10%, ogni 100 tamponi 10 sono positivi. Molto buoni i dati che riguardano gli attuali positivi, i guariti e i ricoverati: i primi sono in calo di ben 18.715 unità per un totale di 761.230 persone che in questo momento sono ancora positive al test. Moltissimi i guariti in 24 ore, sono 38.740, il giorno prima i guariti in più erano stati 27.088. In totale dall’inizio dell’epidemia sono 823.335 le persone guarite.
Ancora in diminuzione i ricoverati con sintomi, che sono 357 in meno rispetto a ieri (in totale 32.452), giù anche le terapie intensive, 47 in meno, 3.616 in totale.
Secondo l’Agenas, l’agenzia per i servizi sanitari regionali, scende al 41% la percentuale delle terapie intensive occupate in Italia da pazienti Covid: la diminuzione rispetto al giorno prima è dell’1%, ma siamo ancora sopra la soglia dell’11% considerata di allerta.
Le misure delle ultime settimane stanno dunque producendo i loro effetti ma il rallentamento è ancora troppo lento e soprattutto l’elevato numero di vittime desta preoccupazione. A Natale non si potrà attenuare nulla, dicono sanitari e comunità scientifica; il consigliere del ministero Walter Ricciardi dà un consiglio da lui stesso giudicato «sgradevole», ma necessario. «Stare fermi nel proprio posto di residenza, far passare questo periodo, e magari rinviare la visita ai propri congiunti a gennaio» dice Ricciardi. «L’evoluzione è positiva — continua — c’è un rallentamento dell’indice di contagio, però in alcune Regioni l’Rt è ancora superiore a 1». Inoltre, fare il tampone per andare dai familiari a Natale non è saggio. «Poi è chiaro — spiega ancora Ricciardi — che se si ha un sospetto di contatto con un positivo è bene farlo, ma farlo a scopo cautelativo è pericoloso; i test antigenici sono migliorati ma c’è ancora un 30 % di falsi positivi e falsi negativi».