Corriere della Sera

Le influencer e le feste negli hotel Quelle cene che fanno discutere

Divieti aggirati attraverso la prenotazio­ne della stanza Gli albergator­i: ma a volte se ne vanno dopo mangiato

- Elisabetta Andreis

Qualcuno lo chiama scandalo, per altri è solo un piano B: contro il coprifuoco, l’obbligo di distanziam­ento, il divieto di far festa e la chiusura dei ristoranti, c’è chi a prezzi stellari organizza cene di compleanno con gli amici sul tetto di un hotel. E pagando in albergo anche la notte, non viola la legge. Brindisi, musica, allegre (piccole) tavolate. Foto e video rimbalzano sui social e suonano come beffa e provocazio­ne agli occhi di chi professa vita più o meno monastica in questo periodo di rigore nel nome della salute personale e pubblica.

Ieri, come ha raccontato il sito «Giornalett­ismo», ha fatto parlare il caso della influencer Elisa De Panicis, un milione di follower su Instagram: la ragazza ha celebrato i 28 anni con dieci amici all’elegantiss­imo The Roof, vista sulla Madonnina. Le sue stories, viste da migliaia di persone, hanno suscitato anche qualche protesta. «Abbiamo rispettato le regole: eravamo in otto su due tavoli separati, all’ultimo si è aggiunto qualcuno — ribatte l’amica Mila Suarez, centinaia di migliaia di follower —. Avevamo fatto tutti il tampone per il Covid, ci spiace se abbiamo passato un messaggio sbagliato». Il conto della cena, circa mille euro, è stato pagato da un cliente abituale dell’albergo, un imprendito­re che risiede in Svizzera. Intorno a loro c’erano altri tavoli, 31 persone in tutto, e ieri sera le camere prenotate salivano a 50, su 130 totali. Baldoria fino all’1 di notte.

Roberto Bernardell­i, titolare dell’hotel The Square che

«Eravamo in otto su due tavoli separati Tutti avevamo fatto il tampone»

all’ultimo piano ha il ristorante The Roof, alza le mani: «La categoria degli albergator­i è in ginocchio, cerchiamo soltanto di sopravvive­re nel rispetto delle regole». Accade che i clienti prenotano la notte in camera uno per volta o a coppie. Racconta: «Sappiamo solo all’ultimo minuto se i clienti si conoscono tra loro. Quando ci dicono che al tavolo vogliono stare insieme, facciamo affidament­o anche sul loro senso di responsabi­lità: fino a quattro persone siamo autorizzat­i dalla legge a farle sedere». A volte gli stessi ospiti con il passare delle ore si avvicinano — e le mascherine non si vedono, mentre si mangia e si beve: «Abbiamo messo cartelli di memento ovunque, i protocolli li conosciamo bene anche perché nell’altro nostro albergo abbiamo ospitato gratuitame­nte medici, infermieri e persone positive al Covid. Non li prendiamo certo sottogamba, ma non siamo una autorità di pubblica sicurezza. A volte ci scappano di mano. Capita persino che qualcuno non pernotti dentro pur avendo pagato il costo della notte».

Per Capodanno sarà vietato proprio tutto ma adesso la formula Staycation (la vacanza per residenti, pernotto e cena) è il modo degli alberghi per resistere e un fenomeno di nicchia che prende piede, a Milano. Qualcuno ne approfitta. La settimana scorsa le influencer Giorgia Tordini, Chiara Biasi e Gilda Ambrosio hanno festeggiat­o all’hotel

Bulgari con qualche amico, 720 euro a persona. «L’hotel è praticamen­te vuoto, cinque stanze occupate su 58», ridimensio­na il direttore Vincenzo Falcone. Il presidente dell’associazio­ne di categoria di Confcommer­cio Maurizio Naro sottolinea che il contesto è disastroso: «È aperto solo un albergo su cinque e tutti cercano di rispettare rigorosame­nte le regole». Al Mandarin hotel dal lockdown c’era stato solo il servizio di «room service», oggi riapre il bistrot. Su 104 stanze, solo sette sono prenotate. Con 660 euro si ha diritto alla camera doppia e 100 euro di credito da spendere per la cena, oppure per la Spa, la piscina o la palestra.

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