La lotta di Menapace contro il Covid: «È molto grave»
Bolzano, l’ex senatrice di Rifondazione ha 96 anni. L’Anpi: forza partigiana, siamo tutti con te
Ricoverata in gravi condizioni all’ospedale di Bolzano, Lidia Menapace, 96 anni, sta lottando contro il Covid-19 nella battaglia più difficile. E da tutta Italia si moltiplicano i messaggi d’affetto per una protagonista della Repubblica, che da staffetta nella Resistenza in Val d’Ossola ha contribuito a fondare.
La partigiana, voce storica del femminismo ed ex senatrice di Rifondazione, è all’ospedale «San Maurizio» del capoluogo altoatesino. A dare notizia del ricovero è stata l’Anpi Alto Adige sulla sua pagina Facebook: «Le condizioni sembrano molto gravi», viene scritto nel post sul social network. «Tutta l’Italia è vicina a Lidia Menapace, alla nostra partigiana, a questa grande donna dei diritti, della pace, dell’impegno democratico» dicono dall’Anpi nazionale.
Personalità forte, con il gusto della battuta tagliente, Menapace ha saputo conquistare i più giovani, incontrandoli nelle scuole o marciando con loro sotto le bandiere arcobaleno della Perugia Assisi. «Papa Francesco ci dice di essere coerenti con i valori e di testimoniarli — dice Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace che organizza la marcia Perugia Assisi —. Lidia è così, una che vive le cose di cui parla. Una che accompagna i diritti all’esercizio della responsabilità, perché i diritti non basta rivendicarli».
Una cifra riconosciutale pure da Vincenzo Vita. «La sua traccia è chiara su pace e femminismo — osserva il presidente dell’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico —, una donna fuori dagli schemi e un riferimento nella nostra Repubblica».
A Bolzano, la città in cui Lidia Menapace ha scelto di vivere, l’apprensione è forte: «Forza Lidia, forza partigiana, siamo tutti con te», esorta la sezione altoatesina dell’Anpi su Facebook, raccogliendo svariati messaggi di incoraggiamento.
Cattolica del dissenso, pioniera del femminismo, militante per la pace e i diritti, Menapace ha portato questi temi con rigore anche nelle istituzioni. Nel 1964 è stata la prima donna a entrare nel consiglio e nella giunta provinciali dell’Alto Adige, nelle file della Democrazia cristiana. Un’esperienza che chiude nel 1968, progressivamente avvicinatasi al marxismo e al Gruppo del Manifesto, radiato dal Pci nel 1969.
Promotrice del Movimento cristiani per il Socialismo, è successivamente dirigente del Pdup. Diversi anni dopo si avvicina a Rifondazione comunista, con cui, eletta senatrice, vive l’ultimo impegno istituzionale nel periodo 2006-2008.