Corriere della Sera

Il Ppe e la partita italiana: Silvio libero di trattare

- Francesca Basso

La scelta di Forza Italia di non sostenere la riforma del Meccanismo europeo di stabilità si è fatta notare a Bruxelles. Specie dopo che si è sempre detta a favore della nuova linea di credito del Mes, messa a disposizio­ne per la copertura delle spese sanitarie dirette e indirette da Covid degli Stati dell’Eurozona. Ma il Partito popolare europeo non sembra turbato dal fatto che con la sua decisione Silvio Berlusconi si schieri con i nemici sovranisti, con la Lega e Fratelli d’Italia. Il gruppo riconduce le decisioni degli ultimi giorni a mera politica nazionale. L’europeismo dell’ex presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani e degli altri esponenti di Forza Italia a Bruxelles non è messo in discussion­e. La lettura che ne viene fatta è che Berlusconi ha solo evidenziat­o la debolezza della maggioranz­a e questo fa parte della normale dialettica politica tra forze di maggioranz­a e di opposizion­e. Viene anche osservato che il Ppe non ha mai detto ai propri componenti cosa fare o decidere a livello nazionale. Insomma, se il premier Giuseppe Conte ha bisogno del sostegno di Forza Italia per far passare la riforma del Mes — è la sintesi — allora è comprensib­ile che Forza Italia negozi o che ottenga qualcosa in cambio. Prevale la real politik nel Ppe guidato dal tedesco Manfred Weber, che deve fronteggia­re in questo momento situazioni ben più delicate all’interno del suo gruppo, dove ha ancora ospitalità Fidesz, il partito del premier ungherese Victor Orbán (quello del veto con la Polonia al bilancio Ue), anche se formalment­e è

Questioni nazionali

Il no degli azzurri alla riforma del Mes non ha turbato i Popolari europei: normale dialettica nazionale

sospeso in attesa di un voto che arriverà nel congresso del 2021. Ieri in un tweet Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo e presidente del Ppe, scriveva: «Cos’altro dovrebbe fare #Fidesz perché tutti voi vediate che sempliceme­nte non si adatta alla nostra famiglia?». Il riferiment­o, senza citarlo, è allo scandalo che ha coinvolto un eurodeputa­to di Fidesz che ha partecipat­o a un festino in violazione del lockdown a Bruxelles e che si è dimesso. La tattica di Forza Italia, dunque, è quasi ordinaria amministra­zione.

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