Corriere della Sera

C’È LA BREXIT DEI VACCINI MA LA UE PREFERISCE LA VIA DELLA SICUREZZA

- di Francesca Basso

La fuga in avanti di Londra, che ha annunciato che già dalla prossima settimana procederà alle vaccinazio­ni anti-Covid usando le dosi di Pfizer e BionTech (prima di tutti, Stati Uniti inclusi), ha infastidit­o non poco Bruxelles. Anche perché il ministro britannico della Sanità, Matt Hancock, ha spiegato il successo con la Brexit: «Siamo stati capaci di prendere una decisione basata sul regolatore britannico — ha detto — invece di dover andare al passo con gli europei, che si stanno muovendo un po’ più lentamente». Però se c’è un ambito in cui l’Unione Europea sta dando il meglio di sé è proprio nella corsa al vaccino anti-Covid. L’Ue ha portato avanti fin dall’inizio una politica comune in un settore, quello della salute, in cui gli Stati membri hanno competenza esclusiva. Le 27 cancelleri­e hanno accettato di giocare nella stessa squadra per un bene comune: riuscire ad avere un vaccino per tutti, nello stesso momento e allo stesso prezzo, da fornire poi gratuitame­nte ai cittadini. Un vaccino che sia disponibil­e anche ai Paesi europei meno ricchi. Ci sono Stati membri che avrebbero potuto trarre vantaggio dalla propria situazione. La Germania, ad esempio, ha in casa uno dei gruppi farmaceuti­ci — BionTech — che sta sviluppand­o con successo il vaccino. Ma è prevalsa la solidariet­à. Il premier Boris Johnson ha bisogno di far vedere che la Brexit è stata la scelta migliore per il popolo britannico, a meno di un mese dall’uscita definitiva dall’Ue e con un negoziato impantanat­o. E così Londra ha scelto «un’autorizzaz­ione di emergenza all’uso», ha spiegato la commissari­a Ue alla Salute Stella Kyriakides. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema), che darà il proprio via libera entro il 29 dicembre, ha scelto l’autorizzaz­ione all’immissione in commercio «condiziona­ta» che è più lunga ma «più appropriat­a» perché si basa su più prove e richiede più controlli.

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