LA CURA DEL FUTURO
NUOVA EDIZIONE DI RESTITUZIONI SE LA CULTURA SFIDA LA PANDEMIA
Negli anni Venti del secolo scorso l’archeologo Paolo Orsi non si fece intimorire dall’impresa: doveva ricomporre, senza alcuna immagine descrittiva di riferimento, il Cavaliere Marafioti di Locri, terracotta policroma della Magna Grecia giunta fino a noi in centinaia di frammenti. Oggi il gruppo statuario risplende nella sua maestosità nel museo archeologico di Reggio Calabria e sintetizza due cose: l’eccezionale maestria di Orsi e la consistenza di un progetto come Restituzioni, il programma di restauri di Intesa Sanpaolo che nel 2016 ha permesso il recupero della scultura.
Ma il Cavaliere è anche l’emblema di una volontà di proseguire nella tutela del patrimonio artistico, nonostante la pandemia, il confinamento, le restrizioni. Intesa Sanpaolo conferma il progetto ormai ultra-trentennale, che è da poco partito e che si concluderà con la tradizionale mostra finale nell’autunno 2021. «Restituzioni è il principale programma di restauri al mondo. Mi preme sottolineare che il progetto si avvale del lavoro di centinaia di laboratori, dimostrando l’impegno di Intesa Sanpaolo, ancor più prezioso in questo momento, a supporto di un comparto di eccellenza internazionale del nostro Paese», dice Michele Coppola, executive director Arte cultura e beni storici di Intesa Sanpaolo. In questo periodo è una sfida.
Si tende a pensare, infatti, che il restauro sia una pratica solitaria. «Non è così», dice Silvia Foschi, responsabile Patrimonio storico artistico e attività culturali. «Il restauro è un lavoro di squadra. Non c’è solo la mano del restauratore, ma sono necessarie le competenze di chimici, fisici, storici dell’arte, archivisti e molti altri. Ecco perché se durante l’analisi dell’opera si rende necessaria la presenza di un professionista e questo non può essere lì — poiché è lontano, poiché è malato o poiché non può muoversi da casa — tutto il lavoro si ferma. La qualità del restauro per noi è il cardine e senza il contributo di tutti non ci si muove».
Ma non solo. Il piano infatti è soprattutto «un ascolto del territorio». Vale a dire: attraverso il Progetto Cultura, il gruppo lancia il programma e invita le istituzioni locali (a cominciare dalle soprintendenze) a segnalare opere bisognose di restauro. Al momento sono arrivate oltre 400 segnalazioni, ma si farà una selezione. In base a che cosa? Si seguono criteri che sono, sì, legati al valore artistico ma c’è soprattutto il valore identitario, cioè quel peso specifico che una scultura, un dipinto, una pala o un tessuto possiede nel patrimonio culturale di una regione. Progetti come questo sono una sorta di termometro della bellezza, dunque consentono di osservare quanto un territorio scommette su quello che ha e che lo rappresenta. Foschi fa un esempio lampante: a Tuili, un paese dell’entroterra della Sardegna, in una delle edizioni trascorse è stato restaurato un retablo (una grande pala d’altare dipinta su legno) dove si mescolano influenze rinascimentali toscane, echi della pittura nordica e persino spagnola. La specialista riflette: «È il simbolo di un Mediterraneo che unisce e non divide». A proposito di valore identitario delle opere d’arte.
Coppola annuncia una novità: «Avviato nel 1989, con il restauro di dieci opere d’arte in collaborazione con le sole soprintendenze venete, oggi la XIX° edizione consente di coinvolgere capolavori conservati in musei e collezioni non solo di tutte le regioni italiane, ma anche di alcuni Paesi europei dove siamo presenti come banca». E il futuro? «In questi mesi — conclude Coppola — abbiamo continuato a dedicarci ai cantieri delle nuove sedi museali della banca, il progetto delle Gallerie di Piazza San Carlo a Torino e, a Napoli, il trasferimento del museo nel palazzo di via Toledo. Dopo il lockdown abbiamo aperto tre mostre: Tiepolo a Milano, Liberty a Napoli e Futuro a Vicenza, garantendo visite in totale sicurezza. I luoghi della cultura sono insostituibili, ma il contesto ci porta a ripensare le modalità di fare e condividere arte e cultura. Infatti non abbiamo fatto venire meno il sostegno a importanti iniziative, incentivando la loro trasformazione in edizioni digitali».
Coinvolti anche alcuni paesi dove la banca è presente. Foschi: è un lavoro di squadra