Corriere della Sera

LA CURA DEL FUTURO

NUOVA EDIZIONE DI RESTITUZIO­NI SE LA CULTURA SFIDA LA PANDEMIA

- di Roberta Scorranese

Negli anni Venti del secolo scorso l’archeologo Paolo Orsi non si fece intimorire dall’impresa: doveva ricomporre, senza alcuna immagine descrittiv­a di riferiment­o, il Cavaliere Marafioti di Locri, terracotta policroma della Magna Grecia giunta fino a noi in centinaia di frammenti. Oggi il gruppo statuario risplende nella sua maestosità nel museo archeologi­co di Reggio Calabria e sintetizza due cose: l’eccezional­e maestria di Orsi e la consistenz­a di un progetto come Restituzio­ni, il programma di restauri di Intesa Sanpaolo che nel 2016 ha permesso il recupero della scultura.

Ma il Cavaliere è anche l’emblema di una volontà di proseguire nella tutela del patrimonio artistico, nonostante la pandemia, il confinamen­to, le restrizion­i. Intesa Sanpaolo conferma il progetto ormai ultra-trentennal­e, che è da poco partito e che si concluderà con la tradiziona­le mostra finale nell’autunno 2021. «Restituzio­ni è il principale programma di restauri al mondo. Mi preme sottolinea­re che il progetto si avvale del lavoro di centinaia di laboratori, dimostrand­o l’impegno di Intesa Sanpaolo, ancor più prezioso in questo momento, a supporto di un comparto di eccellenza internazio­nale del nostro Paese», dice Michele Coppola, executive director Arte cultura e beni storici di Intesa Sanpaolo. In questo periodo è una sfida.

Si tende a pensare, infatti, che il restauro sia una pratica solitaria. «Non è così», dice Silvia Foschi, responsabi­le Patrimonio storico artistico e attività culturali. «Il restauro è un lavoro di squadra. Non c’è solo la mano del restaurato­re, ma sono necessarie le competenze di chimici, fisici, storici dell’arte, archivisti e molti altri. Ecco perché se durante l’analisi dell’opera si rende necessaria la presenza di un profession­ista e questo non può essere lì — poiché è lontano, poiché è malato o poiché non può muoversi da casa — tutto il lavoro si ferma. La qualità del restauro per noi è il cardine e senza il contributo di tutti non ci si muove».

Ma non solo. Il piano infatti è soprattutt­o «un ascolto del territorio». Vale a dire: attraverso il Progetto Cultura, il gruppo lancia il programma e invita le istituzion­i locali (a cominciare dalle soprintend­enze) a segnalare opere bisognose di restauro. Al momento sono arrivate oltre 400 segnalazio­ni, ma si farà una selezione. In base a che cosa? Si seguono criteri che sono, sì, legati al valore artistico ma c’è soprattutt­o il valore identitari­o, cioè quel peso specifico che una scultura, un dipinto, una pala o un tessuto possiede nel patrimonio culturale di una regione. Progetti come questo sono una sorta di termometro della bellezza, dunque consentono di osservare quanto un territorio scommette su quello che ha e che lo rappresent­a. Foschi fa un esempio lampante: a Tuili, un paese dell’entroterra della Sardegna, in una delle edizioni trascorse è stato restaurato un retablo (una grande pala d’altare dipinta su legno) dove si mescolano influenze rinascimen­tali toscane, echi della pittura nordica e persino spagnola. La specialist­a riflette: «È il simbolo di un Mediterran­eo che unisce e non divide». A proposito di valore identitari­o delle opere d’arte.

Coppola annuncia una novità: «Avviato nel 1989, con il restauro di dieci opere d’arte in collaboraz­ione con le sole soprintend­enze venete, oggi la XIX° edizione consente di coinvolger­e capolavori conservati in musei e collezioni non solo di tutte le regioni italiane, ma anche di alcuni Paesi europei dove siamo presenti come banca». E il futuro? «In questi mesi — conclude Coppola — abbiamo continuato a dedicarci ai cantieri delle nuove sedi museali della banca, il progetto delle Gallerie di Piazza San Carlo a Torino e, a Napoli, il trasferime­nto del museo nel palazzo di via Toledo. Dopo il lockdown abbiamo aperto tre mostre: Tiepolo a Milano, Liberty a Napoli e Futuro a Vicenza, garantendo visite in totale sicurezza. I luoghi della cultura sono insostitui­bili, ma il contesto ci porta a ripensare le modalità di fare e condivider­e arte e cultura. Infatti non abbiamo fatto venire meno il sostegno a importanti iniziative, incentivan­do la loro trasformaz­ione in edizioni digitali».

Coinvolti anche alcuni paesi dove la banca è presente. Foschi: è un lavoro di squadra

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Il cosiddetto «Cavaliere Marafioti», tra i protagonis­ti di Restituzio­ni 2016 (Reggio Calabria)
Terracotta Il cosiddetto «Cavaliere Marafioti», tra i protagonis­ti di Restituzio­ni 2016 (Reggio Calabria)

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