Una partita che entrerà nella storia: grazie a Stéphanie Frappart
All’arbitra bastano dieci minuti per prendere in mano l’incontro, il tempo per il primo giallo. Paratici: «Brava»
Bastano meno di dieci minuti, giusto il tempo della prima ammonizione, per capire chi comanda a casa di Madama: «la signora Stéphanie Frappart», come dice lo speaker annunciando le formazioni, prima donna ad arbitrare una partita di Champions. Parla poco ma si fa ascoltare e, soprattutto, rispettare. Morale: mai viste così poche proteste. Primo fischio per la ratifica di un fuorigioco, passati tre minuti e 15 secondi; primo fallo dopo nemmeno dieci minuti. Con cartellino giallo a Bentancur, reo di aver abbattuto un avversario. Un paio di parole, un segno con la mano e l’ammonizione: essenziale e letale. L’uruguaiano della Juve si gira e unisce le mani, come dire: «Ma pensa te». Arbitra o arbitro non fa davvero differenza. Pochi falli più in là, arriva la seconda ammonizione, al minuto 26, per una presunta sbracciata di Zabarniy sulla faccia di Morata. Che, forse, accentua un po’ il colpo, ma madame Frappart non ha dubbi. Con quello sguardo degli arbitri descritti da Jack Charlton nell’Inghilterra degli anni Cinquanta: «Se dici qualcosa ti ammoniscono, se non dici nulla ti buttano fuori, per l’insolenza di essere stato zitto».
Poco prima dell’inizio, è l’ultima a presentarsi nel tunnel, con quell’attesa che di solito si offre alle star: arriva camminando, tra le squadre già in fila, scambiandosi il pugno con Bonucci, capitano bianconero. Durante la musichetta della Champions, lo sguardo è ovviamente concentrato, l’aria vagamente emozionata e i capelli raccolti così bene che pure alla fine non ne avrà uno solo ribelle. Anche se poi, l’unica cosa che conta, come sempre nello sport, è saper fare il proprio mestiere: «E noi sappiamo che è molto brava», aveva detto qualche minuto prima Fabio Paratici, capo dell’area tecnica juventina. Un benvenuto cui si era unito Pirlo: «È brava, come abbiamo visto nelle finali che ha arbitrato. E siamo contenti che non ci sia questa differenza tra uomo e donna». Difatti, sul prato, interpreta il ruolo, senza strafare, che per chi dirige, è la cosa migliore. Sui social, l’aveva celebrata il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: «Questa partita entrerà nella storia». Lei aveva mandato un messaggio: «Spero di essere d’esempio per le ragazzine». Alla Kamala Harris: «A ogni bambina dico, sognate con grande ambizione».