Fontana scrive ai pm: difficoltà sui vaccini, i miei dirigenti temono le inchieste
Il governatore: l’opera della centrale d’acquisto è di fatto paralizzata L’operazione per 350 mila dosi di antinfluenzale senza gara dalla Svizzera
I timori indotti nei funzionari regionali dalle inchieste della Procura di Milano stanno paralizzando la centrale acquisti della Regione Lombardia, scrive (tramite il proprio staff legale) il presidente Attilio Fontana ai quattro pm che in estate lo hanno indagato, per l’ipotesi di frode in pubbliche forniture, a valle dell’affidamento senza gara di una fornitura (poi tramutata in donazione) di camici dalla società regionale Aria spa al cognato. Al punto che, aggiunge, questi funzionari vorrebbero una sorta di preventivo via libera dei pm per non ostacolarlo nell’acquisto a trattativa privata che dice di aver comunque deciso di promuovere in Svizzera nel tentativo di non farsi scappare 350.000 dosi di vaccino contro l’influenza, pena altrimenti l’impossibilità di «ridurre almeno in parte i disagi di chi lamenta difficoltà e ritardi nel reperimento del vaccino».
Quasi a deviare verso altri parafulmini l’eventuale definitivo fallimento della telenovela lombarda dei vaccini, questa è la rappresentazione della situazione che il presidente leghista della Regione ha messo per iscritto, a firma del proprio staff difensore, in una inusuale comunicazione rivolta tre giorni fa al procuratore aggiunto e ai tre pm titolari del fascicolo in cui è indagato. Missiva da essi inoltrata al collega Giordano Baggio che ha il fascicolo senza indagati sulle infelici gare (12 sinora, con sbalzi anche da 5 a 27 euro a dose) da settembre.
La Regione, è la voce di Fontana, è di nuovo in emergenza, stavolta per il vaccino contro l’influenza, sulla cui mancanza c’è «ampia polemica. Il presidente Fontana intende informarvi» che c’è un importatore svizzero, Unifarma, che avrebbe ben 350.000 dosi, solo che ha talmente tante richieste che è «concreto il rischio che questi vaccini spariscano dal mercato». È stata indetta una gara, «ma è andata deserta, non avendovi partecipato alcun fornitore».
E allora, continua la missiva dello staff difensivo di Fontana, «è urgente e vitale assumere le iniziative più efficaci», sicché «il presidente Fontana intende avvalersi delle prerogative attribuitegli nelle situazioni di emergenza» e, «come soggetto attuatore, acquistare i vaccini a trattativa privata senza gara pubblica».
Curioso che Fontana lo dica alla Procura, anziché, se lo ritiene giusto, procedere. Ma qui arriva l’irrituale mettere le mani avanti rispetto all’eventualità che ai lombardi, ancora in attesa, il vaccino mancante non arrivi più: Fontana manda infatti a dire ai magistrati che «il timore di intraprendere iniziative o decisioni suscettibili del vaglio di legittimità da parte della magistratura paralizza di fatto l’opera dei funzionari di Aria spa», la centrale acquisti della Regione, «che si rifiutano di acquistare a trattativa privata salvo che il presidente Fontana ottenga l’autorizzazione della Procura».
Dietro ci sarebbe la querelle se il vaccino dell’influenza possa o meno essere fatto rientrare nelle procedure anti Covid che legittimano acquisti a trattativa privata. Ma l’idea di un preventivo nulla osta dei pm resta talmente bizzarra che lo stesso legale ci aggiunge alla fine un punto esclamativo tra parentesi, e aggiunge che sarebbe situazione analoga «al silenzio di Aria spa rispetto all’offerta» di suo cognato di donare ora i rimanenti camici nel frattempo dissequestrati. Ovviamente la difesa del presidente ci tiene a rimarcare che è «lungi» da lui «chiedere, seppure implicitamente, salvacondotti sul suo operato o autorizzazioni che appaiono indebite». Ma «preventivamente intende fare presente» ai pm «che si appresta ad assumersi la responsabilità» di comprare a trattativa privata i vaccini «alle miglior condizioni possibili».