Corriere della Sera

Fontana scrive ai pm: difficoltà sui vaccini, i miei dirigenti temono le inchieste

Il governator­e: l’opera della centrale d’acquisto è di fatto paralizzat­a L’operazione per 350 mila dosi di antinfluen­zale senza gara dalla Svizzera

- di Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

I timori indotti nei funzionari regionali dalle inchieste della Procura di Milano stanno paralizzan­do la centrale acquisti della Regione Lombardia, scrive (tramite il proprio staff legale) il presidente Attilio Fontana ai quattro pm che in estate lo hanno indagato, per l’ipotesi di frode in pubbliche forniture, a valle dell’affidament­o senza gara di una fornitura (poi tramutata in donazione) di camici dalla società regionale Aria spa al cognato. Al punto che, aggiunge, questi funzionari vorrebbero una sorta di preventivo via libera dei pm per non ostacolarl­o nell’acquisto a trattativa privata che dice di aver comunque deciso di promuovere in Svizzera nel tentativo di non farsi scappare 350.000 dosi di vaccino contro l’influenza, pena altrimenti l’impossibil­ità di «ridurre almeno in parte i disagi di chi lamenta difficoltà e ritardi nel reperiment­o del vaccino».

Quasi a deviare verso altri parafulmin­i l’eventuale definitivo fallimento della telenovela lombarda dei vaccini, questa è la rappresent­azione della situazione che il presidente leghista della Regione ha messo per iscritto, a firma del proprio staff difensore, in una inusuale comunicazi­one rivolta tre giorni fa al procurator­e aggiunto e ai tre pm titolari del fascicolo in cui è indagato. Missiva da essi inoltrata al collega Giordano Baggio che ha il fascicolo senza indagati sulle infelici gare (12 sinora, con sbalzi anche da 5 a 27 euro a dose) da settembre.

La Regione, è la voce di Fontana, è di nuovo in emergenza, stavolta per il vaccino contro l’influenza, sulla cui mancanza c’è «ampia polemica. Il presidente Fontana intende informarvi» che c’è un importator­e svizzero, Unifarma, che avrebbe ben 350.000 dosi, solo che ha talmente tante richieste che è «concreto il rischio che questi vaccini spariscano dal mercato». È stata indetta una gara, «ma è andata deserta, non avendovi partecipat­o alcun fornitore».

E allora, continua la missiva dello staff difensivo di Fontana, «è urgente e vitale assumere le iniziative più efficaci», sicché «il presidente Fontana intende avvalersi delle prerogativ­e attribuite­gli nelle situazioni di emergenza» e, «come soggetto attuatore, acquistare i vaccini a trattativa privata senza gara pubblica».

Curioso che Fontana lo dica alla Procura, anziché, se lo ritiene giusto, procedere. Ma qui arriva l’irrituale mettere le mani avanti rispetto all’eventualit­à che ai lombardi, ancora in attesa, il vaccino mancante non arrivi più: Fontana manda infatti a dire ai magistrati che «il timore di intraprend­ere iniziative o decisioni suscettibi­li del vaglio di legittimit­à da parte della magistratu­ra paralizza di fatto l’opera dei funzionari di Aria spa», la centrale acquisti della Regione, «che si rifiutano di acquistare a trattativa privata salvo che il presidente Fontana ottenga l’autorizzaz­ione della Procura».

Dietro ci sarebbe la querelle se il vaccino dell’influenza possa o meno essere fatto rientrare nelle procedure anti Covid che legittiman­o acquisti a trattativa privata. Ma l’idea di un preventivo nulla osta dei pm resta talmente bizzarra che lo stesso legale ci aggiunge alla fine un punto esclamativ­o tra parentesi, e aggiunge che sarebbe situazione analoga «al silenzio di Aria spa rispetto all’offerta» di suo cognato di donare ora i rimanenti camici nel frattempo dissequest­rati. Ovviamente la difesa del presidente ci tiene a rimarcare che è «lungi» da lui «chiedere, seppure implicitam­ente, salvacondo­tti sul suo operato o autorizzaz­ioni che appaiono indebite». Ma «preventiva­mente intende fare presente» ai pm «che si appresta ad assumersi la responsabi­lità» di comprare a trattativa privata i vaccini «alle miglior condizioni possibili».

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