Recovery fund, il governo stringe sul piano
Fitch conferma il giudizio sul debito italiano. Bonomi: investimenti e non sussidi
L’agenzia Fitch conferma il rating «BBB-» per l’Italia con outlook stabile, mantenendo il giudizio sul gradino più basso del rating «sicuro». Ha scelto di non modificare il giudizio così come hanno fatto le altre agenzie. Per Fitch il Pil italiano si contrarrà quest’anno del 9,1%, per poi rimbalzare nel 2021 e nel 2022 quando crescerà rispettivamente del 4,5% e del 4,3%. Il debito salirà al 160% e il deficit nel 2020 si attesterà a circa 11% del Pil per calare poi all’8% nel 2021 e al 6,6% nel 2022.
Nonostante «le divisioni fra i due maggiori partiti della coalizione di governo sulle priorità di riforma e di spesa», per Fitch il contesto politico «è stabile nel breve termine». Però le divisioni «hanno il potenziale di ritardare l’attuazione di una strategia economica credibile di mediotermine». Mentre il no del M5S alla riforma del Mes «potrebbero essere fonte di instabilità per il governo nei primi mesi». Lunedì si terrà un Consiglio dei ministri per la definizione e l’attuazione del Piano nazionale di ripresa che l’Italia deve presentare a Bruxelles per accedere ai finanziamenti del Recovery Fund. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha invitato il governo a varare «investimenti massicci» e «non sussidi alla spesa corrente».
Intanto continua lo stallo sul bilancio dell’Ue 20212027, a cui è legato il Recovery Fund: Ungheria e Polonia hanno ribadito il veto dopo un’iniziale apertura di Varsavia. Commissione Ue, Consiglio e presidenza tedesca
Per Fitch il Pil italiano calerà quest’anno del 9,1% per poi salire nel 2021 del 4,5%
stanno cercando di convincere l’ungherese Victor Orbán e il polacco Mateusz Morawiecki, che si oppongono al legame tra fondi Ue e rispetto dello stato di diritto. Sarà cruciale il Consiglio europeo della prossima settimana.
A Bruxelles si lavora a una soluzione ponte per il Recovery fund coinvolgendo gli altri 25 Paesi. Per il bilancio Ue del prossimo anno, invece, Consiglio e Parlamento Ue hanno trovato un accordo ma per entrare in vigore serve il via libera all’intero pacchetto (e alle nuove risorse proprie).