«Le condizioni per la ripartenza, puntiamo su un nuovo Rinascimento»
Il premier Conte alla Fondazione Guido Carli: abbiamo gambe e polmoni per superare le sfide Cairo: non capisco perché non abbiamo ancora preso il Mes per la sanità che ne ha bisogno
La nottata per l’Italia, stretta nella morsa della pandemia, deve ancora passare. Però ci sono motivi per intravedere non solo la luce in fondo al tunnel ma anche la speranza di un nuovo Rinascimento. È questo il messaggio al Paese «scritto» ieri dal convegno «Ri-Nascita Italia», moderato da Myrta Merlino e ideato da Romana Liuzzo, presidente dalla Fondazione Guido Carli.
«La fase di grave crisi, caratterizzata da forte incertezza richiede risposte concrete per uscire dall’emergenza e per avviare la costruzione di solide prospettive per il futuro — ha detto in un messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella —. Serve uno sforzo collettivo, che coinvolga Istituzioni, parti sociali e società civile, il cui successo richiede un ampio contributo sia del settore pubblico sia di quello privato, per conseguire risultati tangibili e assicurare una concreta prospettiva di futuro migliore alle giovani generazioni».
Un richiamo alla concretezza e all’unità che condivide il premier Giuseppe Conte. «Tra qualche giorno sarò a Bruxelles per discutere del Recovery Fund che deve cambiare le nostre vite — dice — e, dietro la nebbia delle polemiche, c’è un percorso veloce e cristallino per valorizzare al massimo quella che è un’occasione storica». Per Conte, un nuovo lockdown «sarebbe stato un colpo letale per la nostra economia» e «la ripartenza va preparata e resa possibile». Infine il premier ha spiegato che arriveranno «mesi difficili ma abbiamo gambe e polmoni per superare queste sfide perché crediamo nel nuovo Rinascimento poiché è il momento giusto per un progetto su misura che sia all’altezza della qualità delle risorse del nostro grande Paese».
Per Dario Franceschini, ministro dei Beni Culturali, serve «un clima di coesione nazionale, perché i risultati che avremo varranno per i futuri governi e generazioni».
Per intercettare la crescita, il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, suggerisce al «governo di dotarsi di una governance snella, sia per valutare davvero le priorità su cui volgere progetti e riforme, sia per definire una struttura efficace per realizzare in pochi anni ciò che l’Italia non riesce a fare, ad esempio con i fondi europei» ma servono investimenti «massicci» e «non sussidi di spesa corrente».
La rinascita del sistema Paese passa anche dalle telecomunicazioni che tanto fanno penare la didattica a distanza della scuola. «Il 5G può colmare il divario digitale che esiste in vaste zone — spiega Aldo Bisio, ad di Vodafone — dove addirittura ci sono tecnologie nate per il traffico voce ma servono investimenti».
La necessità di una modernizzazione del Paese è stata sottolineata dal presidente e ad di Rcs Mediagroup, Urbano Cairo. «Serve una maggiore digitalizzazione, più efficienza della pubblica amministrazione e investimenti — spiega Cairo — magari riducendo certi costi e sprechi per recuperare risorse da destinare a investimenti produttivi come le infrastrutture per ammodernare il Paese rendendolo più attraente per i turisti che torneranno presto. Le risorse andrebbero poi investite anche nella scuola che è fondamentale per educare i nostri figli e per non essere in ritardo come Paese. Per esempio il governo Conte, ha fatto molto bene nel primo lockdown, raffreddando la pandemia, ma non ho ancora capito perché non abbia ancora aderito al Mes che ci darebbe 37 miliardi da investire per esempio nella sanità». La crisi ha impattato anche nell’editoria ma Cairo è ottimista: «Si è avuta un’accelerazione verso il digitale e, ad esempio, il Corriere ha raddoppiato i 2,5 milioni di visitatori al giorno che aveva prima e gli abbonamenti sono passati da 170mila a 300mila». Il motivo è semplice: «La gente ha sentito il bisogno di più informazione e ha incrementato i contatti e di conseguenza la pubblicità che in un annata difficile è aumentata in ambito digitale».
Parole di speranza sono arrivate anche da Carlo Messina, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo: «In Italia ci sono più di 10 trilioni di euro di risparmio delle famiglie, un export nel mondo che è rimasto forte e se il governo agirà per accelerare una crescita inclusiva e concentrata su pochi progetti in settori strategici ci sarà un aumento del Pil».
Francesco Starace, ad dell’Enel, ha ricordato che «siamo uno dei pochi Paesi che ha raggiunto gli obiettivi 2020 sulla decarbonizzazione, abbiamo uno dei più alti tassi di economia circolare dell’Ue e una supremazia mondiale nelle rinnovabili che ci permette di creare valore».
Grandi contributi di idee per il rilancio dell’Italia sono arrivati anche da Gianni Letta (presidente onorario Fondazione Carli), Ornella Barra (Coo di Walgreeens Boots Alliance), l’imprenditore Brunello Cucinelli, Giampiero Massolo (presidente Fincantieri), Stefano Sala (ad Publitalia 80) e dall’economista Giovanni Tria.