Ilva, per la svolta pubblica doppio aumento di capitale Ecco il patto Invitalia-Arcelor
Consenso incrociato per la scelta di presidente e ad
Il ritorno dello Stato dentro l’acciaio è un percorso già individuato. La firma di un memorandum tra Invitalia e Arcelor Mittal, lunedì, apre dieci giorni nei quali si arriverà all’accordo completo tra la società guidata da Domenico Arcuri e il gigante anglo-indiano affittuario dell’Ilva di Taranto. Il memorandum, circa 5 pagine che tracciano le linee guida della svolta, è stato messo a punto da Natalino Irti e da Valerio Pescatore per Invitalia, e da Giuseppe Scassellati-Sforzolini per Arcelor Mittal. Da un lato l’intesa di tipo economico, dall’altro la governance, passaggio particolarmente delicato in tutte le transizioni. Sono previsti due aumenti di capitale per l’ingresso di Invitalia, il primo sarà di 400 milioni e verrà realizzato nei prossimi mesi. Con questo passaggio la società pubblica diventerà azionista al 50%, esattamente come ArcelorMittal. Un secondo aumento di capitale è previsto per maggio 2022, quando Arcelor potrà acquisire le aziende di cui ora è affittuaria. A quel punto Invitalia, con un’iniezione di capitale fino a 680 milioni, diventerà socio di maggioranza con il 60% del capitale. Le parti avrebbero già trovato l’intesa sul piano industriale, che dovrebbe ruotare intorno all’obiettivo di produzione di 8 milioni di tonnellate. E poi, naturalmente, la governance. Secondo il memorandum, in un primo tempo la società avrà sei consiglieri di amministrazione, tre di designazione Invitalia e tre di Arcelor. Per garantire l’equilibro è stata trovata la formula del gradimento incrociato: l’amministratore delegato verrà indicato dagli angloindiani, mentre il presidente spetterà ad Invitalia, in entrambi i casi con il necessario gradimento dell’altra parte. E nel 2022? Qui la composizione del consiglio è ancora oggetto di negoziato, la governance per il controllo dello Stato verrà definita in questa fase.