Fabrizio Plessi pianta a Venezia un abete di luce
Ogni monitor con la sua cascata d’oro guarderà verso un orizzonte differente, ogni flusso d’oro avrà un suo «corso» specifico: «Per la prima volta nel mio lavoro ho fatto sì che i flussi luminosi vadano in direzioni diverse andando a creare un intreccio di contaminazioni quale metafora della dinamica delle relazioni interpersonali e della memoria storica di una città da sempre luogo ideale di incontro e di scambio tra culture diverse».
Vuole essere un omaggio alla luce e un messaggio di rinascita, ma anche un invito al rispetto l’intervento creativo che Fabrizio Plessi ha inaugurato ieri a Venezia, in piazza San Marco, scatenando immediatamente polemiche (soprattutto sui social) tra favorevoli e contrari. L’installazione, promossa dal Comune di Venezia e Vela Spa con la partnership di Assicurazioni Generali nell’ambito della rassegna Le Città in Festa – Natale 2020, ha trovato collocazione tra le due colonne della Piazzetta e qui resterà fino al 6 gennaio 2021.
Tecnicamente si tratta di una composizione di oltre 80 moduli di un metro per 50 centimetri a forma di abete che riprende l’installazione che Plessi ha montato lo scorso settembre alle finestre dell’Ala Napoleonica, L’Età dell’oro, simbolo della rinascita della città dopo la pandemia. Un gigantesco mosaico dorato che richiama l’oro della Basilica e che si collega, nell’ambito dello stesso progetto natalizio, all’intervento luminoso alle Procuratie Vecchie e Nuove e lungo calle XXII Marzo (sino a campo Santa Maria del Giglio) oltre che, naturalmente, all’Età dell’Oro dell’Ala Napoleonica (che resterà anch’essa aperta sino al 6 gennaio).
Ancora una volta Plessi (Reggio Emilia, 3 aprile 1940: nella foto) ha scelto il digitale per ri-lanciare da Venezia, città da sempre fonte di energia creativa e di ispirazione, un messaggio di speranza e rinnovamento, prendendo a simbolo «un albero della vita» (come lo definisce) che unisce simbolicamente la terra, l’acqua e il cielo, interpretando allo stesso tempo anche il senso più profondo di un Natale, quello del 2020, decisamente diverso da tutti gli altri.
L’idea per questa installazione è scaturita dal grande amore di Plessi per Venezia, città che tra qualche mese celebrerà il suo milleseicentesimo compleanno (una nuova luce che per il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro «rappresenta idealmente un segno della speranza e della resilienza di una città»). Ma anche da un’altra consapevolezza dello stesso Plessi: «Il digitale può diventare davvero un’emozione spirituale, può essere l’unico linguaggio possibile capace oggi di permetterci di raggiungere gli altri pur nella distanza fisica».