E il #471 fa l’esame alla meritocrazia
Una riflessione su luci e ombre della meritocrazia in un momento in cui le società colpite dalla pandemia rivelano spesso crisi di competenze, mancanza di addetti alla cura e all’assistenza, «tramonto» dei tecnici e del lavoro manuale.
L’argomento apre il nuovo numero de «la Lettura», il #471, da domani in edicola e già oggi in anteprima nella App e sullo sfogliatore web, da pc e Mac. Puntare tutto sulle élite o rivalutare la base della piramide? L’intervento di Maurizio Ferrera inquadra il tema e le posizioni più o meno critiche sul modello meritocratico; e spiegano i limiti e le speranze della meritocrazia il filosofo Michael Sandel intervistato da Viviana Mazza e l’intellettuale David Goodhart che ne parla a Luigi Ippolito; con approfondimenti di Giovanni Bernardini sulle origini del termine e di Maurizio Scarpari sulla selezione dei funzionari nel mondo cinese.
Che cosa succede se un fisico come Carlo Rovelli affronta un filosofo che si propose di rifondare la metafisica, come Martin Heidegger? Sul supplemento, Rovelli riflette sulla possibilità di conciliare la visione soggettiva della filosofia e il naturalismo delle scienze, che sposta il «punto di vista» dall’uomo al mondo stesso.
Nuovi punti di vista anche nella sezione Sguardi de «la Lettura»: visti dall’alto e studiati da vicino, i nuovi stadi del calcio mondiale si rivelano nelle loro forme, tra progetti e idee in vista dei Mondiali di calcio in Qatar nel 2022: ne scrivono Stefano Bucci, Andrea Senesi, Guido De Carolis, Damiano Fedeli, Andrea Arzilli e Maria Egizia Fiaschetti.
A proposito di sport, pochi giorni dopo la morte di Alfredo Pigna, inventore della Domenica Sportiva, un editorialista sportivo come Mario Sconcerti propone un’attenta riflessione critica su quanto sia cambiato negli ultimi tempi il calcio raccontato: «Nessuno parla più con nessuno», le notizie sono quasi scomparse, i club sono come chiusi su sé stessi. E il calcio, scrive Sconcerti, somiglia quasi a un mondo di ghiaccio.
Il dibattito delle idee
La selezione delle élite pone problemi difficili da risolvere. E serve il lavoro manuale