Paul McCartney e l’album suonato tutto da solo: nostalgia degli Anni 60
Lo ha raccontato in un’intervista sull’ultimo numero del New York Times Magazine. McCartney era quello che richiamava all’ordine gli altri Beatles: «Ragazzi, è ora di fare un altro album». A 78 anni lo spirito di Paul è rimasto attivo e, in pieno lockdown, ha deciso di occupare il proprio tempo registrando un nuovo disco. Ha aperti i cassetti delle cose lasciate a metà e «ho fatto musica per me stesso, non avevo idea che il lavoro sarebbe diventato un album».
Sulla copertina il cognome e un dado dalla faccia con tre pallini a rimarcare il legame di continuità con i due album omonimi usciti nel 1970, il primo da solista dopo lo scioglimento dei Beatles, e uno nel 1980, finita l’esperienza con i Wings. Continuità che sta nel prendere un momento di crisi, questa volta quella globale durante la pandemia, e decidere di fare tutto da sè: anche qui Paul ha suonato tutti gli strumenti da solo, tranne qualche sovraincisione qua e là.«Long Tailed Winter Bird» è lo sviluppo di un’idea che sarebbe dovuta diventare una colonna sonora: ruota intorno a un ipnotico riff di chitarra acustica. «Find My Way» è melodia con voglia di Sixties che nel testo fa emergere la paura e l’ansia per giorni come questi, ma chi canta si offre come guida sicura e solida. La voce di Paul mostra un po’ di affaticamento, ma la penna è più tonica nella ricerca delle melodie rispetto al precedente sfilacciato di «Egypt Station». «Women and Wives» si lascia portare da un piano malinconico e il racconto è quello di chi ha vissuto tanto e guarda a chi verrà dopo. «Lavatory Lil» è un blues, «Slidin’» è psichedelica. «Seize the Day» sono i Beatles a firma Macca. «Deep Deep Feeling» vaga per 8 minuti ma non ce n’era bisogno. Non farà la storia di Macca, ma nemmeno la sfregia.