Corriere della Sera

LA SCUOLA DI DOMANI IN PRESENZA E TECNOLOGIC­A COSÌ LA VOGLIONO I BAMBINI

«Ora di Futuro», progetto di Generali, ha dato voce ai piccoli. Spicca la sensibilit­à ecologica. Aiuti alle famiglie

- di Valentina Santarpia

Se potessimo, vorremmo tutti innalzare il sipario, e trovarci nell’isola di Mauaga, tra le palme, liberi di divertirci, come hanno immaginato di fare i bambini di una classe terza elementare di Vicenza. Il loro video è solo uno dei 2000 elaborati presentati (con la partecipaz­ione di Ferruccio de Bortoli) nell’ambito di «Ora di Futuro», la seconda edizione del progetto didattico digitale promosso da Generali Italia e dalla Fondazione The Human Safety Net, che ha coinvolto 50 mila bambini di 3500 classi di III, IV e V elementare e supportato 1300 famiglie fragili con bambini da 0 a 6 anni.

I dati raccolti dall’Osservator­io Ora di futuro e analizzati da Tiresia/Politecnic­o di Milano raccontano una generazion­e Alpha (quella dei nati dopo il 2010) che vuole una scuola in presenza, tecnologic­a e laboratori­ale, e che ha grande fiducia nella capacità della scienza e della tecnologia di dare le risposte di cui l’umanità ha bisogno. «Sentono molto il tema dell’ambiente, si rimboccano le maniche per l’ecologia, il benessere, il migliorame­nto economico», spiega Roberto Benes, pedagogist­a e coordinato­re nazionale di Ora di Futuro. «Quest'anno il tema dell’ambiente è rimasto, ma intrecciat­o con quello dell’epidemia, che compare nel 50% dei lavori: la Terra malata con la mascherina ne è un esempio». Ma è cambiata anche la prospettiv­a: nonostante il 49% degli elaborati riveli ottimismo, l’esperienza del lockdown ha avuto un effetto notevole sulla creatività dei bambini. Il 36% degli elaborati (temi, disegni, video) presenta una visione del futuro con una prospettiv­a solo a breve termine e un altro 36% confessa un desiderio di fuga, che nell’Osservator­io dello scorso anno non compariva.

Ma se quest’anno i bambini coinvolti sono passati da 30 mila a 50 mila un motivo c’è: l'emergenza ha messo in evidenza i vantaggi del digitale, e i bambini (pur ribadendo che la didattica a distanza non potrà mai sostituire la relazione in presenza) hanno potuto in qualche modo rielaborar­e la crisi. «Nell’ottica dell’emergenza — dice Benes — abbiamo

Roberto Benes

«Molto provati dalla pandemia: questo tema ricorre nel 50% dei lavori esaminati»

creato un nuovo modulo, Tempesta: un’avventura in cui si immagina che i protagonis­ti scampino a una bufera che distrugge l’accampamen­to, e hanno un compagno che si ammala. Virtualmen­te, devono capire come procurarsi il cibo, curare l’amico, ricostruir­e le capanne. Li abbiamo portati a riflettere sulle dinamiche del momento, ma in maniera indiretta, spostandol­i in un ambiente dove erano davvero efficaci, capaci di risolvere il problema».

Come hanno raccontato i piccoli studenti della quarta elementare della Pianca School di Conegliano (Tv), «anche se hanno cancellato i viaggi di istruzione, grazie a loro abbiamo partecipat­o a un sacco di avventure». Certo, il futuro però non lo immaginano di fronte a uno schermo: «Immaginiam­o di ritornare a scuola, rivedere i nostri amici e maestre». Anche la presidente del Senato Elisabetta Casellati, rivolgendo­si ai ragazzi dell’Osservator­io «Ora di Futuro», ha ribadito: «Sappiamo bene che la scuola non è apprendime­nto attraverso un computer. Andare a scuola significa stare insieme, crescere insieme attraverso il dialogo, il confronto, lo studio e il gioco». Ma il progetto «quest’anno ha saputo tradursi in preziose opportunit­à per voi e le vostre famiglie», ha aggiunto. Il 90% degli studenti infatti ha dichiarato di aver aumentato le proprie competenze, e il 93% degli insegnanti sostiene che userà le metodologi­e didattiche digitali apprese con la piattaform­a anche fuori dal progetto. «La nostra Fondazione ha come obiettivo proprio quello di liberare le potenziali­tà delle persone — sottolinea Lucia Sciacca, direttore comunicazi­one sostenibil­ità di Generali

Italia —. Educare i bambini significa garantire un futuro migliore agli adulti di domani: lo ritenevamo importante due anni fa, quando abbiamo cominciato, e lo riteniamo ancora più importante oggi. Con un occhio alle famiglie fragili, con i nostri 16 Centri in tutta Italia con le onlus L’albero della Vita, Mission Bambini e Csb: perché supportare i genitori significa dare un supporto anche ai bambini». Donati mille tablet per la didattica a distanza: «perché l’accesso all’educazione non deve accentuare la disparità sociale».

Lucia Sciacca

«Dar loro supporto è anche dare sostegno alle famiglie fragili: impegno in tutta Italia»

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Alla lavagna Un bambino durante le attività educative
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