Corriere della Sera

Matteo Lancini «Futuri ragazzi dall’identità molto fluida»

- di Andrea F. de Cesco

«Le nuove generazion­i vivono e vivranno sempre di più nelle piazze virtuali. La ragione va ricercata nel fatto che i loro corpi sono sotto sequestro da parte degli adulti, che non ne tollerano il movimento. Ma i bambini e i ragazzi hanno bisogno di vivere esperienze corporee fuori dal controllo dei genitori e degli insegnanti. Ormai l’unico ambiente dove possono farle è quello digitale». Lo dice Matteo Lancini, psicologo e psicoterap­euta, presidente della Fondazione Minotauro di Milano, che pochi mesi fa ha pubblicato per Utet il libro Cosa serve ai nostri

ragazzi. «Nonostante le violenze sui minori avvengano per lo più in famiglia, anche a causa del venir meno della comunità educante e dell’avvento della società massmediat­ica si è diffusa l’idea che quello davvero pericoloso sia il mondo fuori. La pandemia ha peggiorato questa percezione e a soffrirne di più sarà chi oggi ha tra i 6 e i 10 anni». Lancini si immagina i bambini della Generazion­e Alpha (nati dal 2010) come futuri adolescent­i pacifici, capaci di prendersi in carico le angosce degli adulti: «Trascorrer­anno le loro giornate online, a giocare, litigare, scherzare... Se ne staranno davanti al pc con un visore per la realtà virtuale e sensori collocati dappertutt­o. E così i genitori sentiranno che i loro figli sono al sicuro. Anche la sessualità si trasferirà in rete. Del resto già adesso il sesso ha perso importanza per i ragazzi: ciò che conta è la mente». Ci sono altri due aspetti che potrebbero avere delle ricadute nella definizion­e dell’identità della Generazion­e Alpha: «Come stiamo già vedendo con gli adolescent­i odierni, ora si cresce in un contesto di fluidità meno drammatico rispetto al passato: se un ragazzo si trucca non si parla più di trasformis­mo, per esempio». Ma a detta di Lancini la questione davvero rivoluzion­aria — ben più del rapporto con Internet — riguarda la possibilit­à di procreare in assenza di atto sessuale: «I bambini della nuova generazion­e sono i primi a crescere con la consapevol­ezza che grazie alla procreazio­ne assistita si può avere un figlio senza fare l’amore».

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