Russell subito primo al posto di Hamilton Ferrari, guai e cambi
Che George Russell sia veloce è ormai noto. Che brilli nel giro secco piuttosto che in gara sta nelle statistiche della F1. Il miglior tempo nelle prove in Bahrein, all’esordio sulla Mercedes, premia il suo talento, non basta per alcun verdetto ma serve a chi non vedeva l’ora di trattare Hamilton come un buon pilota trasformato in fuoriclasse dalla macchina che guida. Il tutto mentre Lewis non ha ancora definito il proprio futuro in un team che, attraverso Russell, mostra i muscoli e indica — sfruttando l’imprevisto contagio del campione mondiale — una alternativa eventuale ma già pronta. Su una pista tecnicamente inconsistente, Russell ha tenuto dietro Verstappen (il migliore sul passo). Vettel 16° a suon di testacoda, Leclerc fermo causa guasto alla trasmissione, Bottas 11°, nervoso e messo all’angolo dall’ultimo arrivato. Dovrà reagire. Per salvare una reputazione precaria, per attribuire un omaggio indiretto a chi lo batte sempre perché fenomenale, Hamilton, appunto.
Molti temi caldi nel deserto. La Ferrari ha annunciato la migrazione di Simone Resta — responsabile dell’ingegneria telaio — alla Haas. È una figura rilevante a Maranello, per la seconda volta destinato altrove (dopo un’esperienza all’Alfa Sauber). Si tratta di una mossa che rientra nella necessità di ottimizzare i costi in relazione alle priorità ma anche, crediamo, di una ristrutturazione sul fronte progettisti che proporrà ulteriori interventi. Il tecnico lavorerà con Mick Schumacher che oggi corre per vincere il titolo F2 per poi provare la Haas nelle libere di venerdì prossimo ad Abu Dhabi. Che debutti in gara, nel caso Grosjean non riesca a recuperare, pare escluso. La Ferrari è intenzionata a tutelare un ragazzo perennemente sotto i riflettori, evitando un precoce e arduo confronto con Magnussen che per il team americano disputa l’ultima gara dopo quattro anni di onorato e turbolento servizio.