Da Quagliariello a lady Mastella Chi potrebbe dare il soccorso in Aula
Centrodestra, Udc, senatori del Misto e «delusi» di FI Almeno 7 i voti che puntellerebbero l’esecutivo sul Mes
I delicatissimi equilibri del Senato, con la maggioranza a rischio nel voto sulla riforma del Mes previsto per mercoledì, fanno accendere i riflettori sul possibile «soccorso» che potrebbe arrivare dall’opposizione.
Le posizioni ufficiali di Lega, FdI e FI sono chiare: si voterà no. E — come pretendono Salvini e Meloni — lo si farà sulla base di una mozione unitaria alla quale tutti dovranno adeguarsi. Non è previsto insomma, allo stato, che gli azzurri possano presentare un documento autonomo per tenere una posizione «più europeista», con il sì al Mes sanitario e il no alla riforma del meccanismo salva-banche e salva-Stati. Per ora il tentativo di mediazione è fallito. È da capire se si troverà in extremis una formulazione che eviti il rischio spaccatura in FI (FdI e Lega hanno più interesse a portare al traino FI o a evitare un indiretto aiuto al governo?, si chiedono in tanti). E se la linea dura prevalesse, quanti azzurri sarebbero pronti allo strappo, sapendo che salvare il governo significa dire addio alla rielezione? Alla Camera, dove la maggioranza ha numeri certi, è ancora in dubbio come voteranno deputati che si sono già espressi a favore della riforma, come Brunetta, Polverini, Napoli e altri. Tutto può ancora succedere. Al Senato, dove ogni voto pesa come il piombo, pochi si scoprono.
Ma i soccorritori per il governo potrebbero arrivare dalle componenti centriste dell’opposizione sia interne che esterne al centrodestra, forse 7, forse di più. Prima fra tutte l’Udc di Lorenzo Cesa, che conta tre senatori (De Poli, Binetti, Saccone) e alla quale guarda anche De Bonis, ex M5S. Il partito terrà una riunione oggi, le opzioni sul tavolo al momento sono due: o votare sì alla riforma o non partecipare al voto. «Per la nostra storia europeista, l’appartenenza al Ppe, per noi sarebbe davvero difficile votare no...» dice Saccone.
Ci sono poi i tre senatori di Cambiamo, il movimento di Giovanni Toti: Quagliariello, Berutti e Paolo Romani, che presenterà una mozione per chiedere al governo rassicurazioni sul meccanismo del salva-Stati e garanzie per l’Italia: «Vediamo cosa ci diranno o che indicazioni di voto daranno, poi decideremo», dice l’ex ministro azzurro. È molto probabile che voti sì Sandra Lonardo Mastella, oggi nel Misto. Mentre le pressioni aumentano per convincere qualche azzurro (e non solo) deluso, tanto più dopo l’avvertimento fatto trapelare dal Quirinale: se il governo cade si va a votare. Ovvero, per molti parlamentari, si va a casa.