Corriere della Sera

Famiglia allargata e in sei comuni «Strano Natale, staremo divisi»

- Marika Damaggio

Una famiglia, sei residenze diverse. In tempi normali il problema non s’è mai posto. E perché dovrebbe? Quando si costruisce la propria vita in autonomia, abitare in un comune o nell’altro, se la distanza si quantifica in una manciata di minuti appena, conta poco. Tuttavia nel Natale travolto dalla pandemia tutto d’un tratto si scopre un sentimento nuovo: la solitudine. Le anime diffuse nei vari municipi del Trentino consumeran­no il pranzo del 25 dicembre (e Santo Stefano e Capodanno) senza il calore dell’incontro. Per Anna, 26 anni e residente a pochi chilometri da Trento, andrà così. Papà, sorella, mamma, compagna del padre: ognuno resterà per conto suo. «Ci rifaremo a Pasqua», dice scansando la malinconia la giovane. Poi il pensiero va a chi sarà in difficoltà davvero: «Ossia le persone anziane, magari sole». Ma in tempi straordina­ri il peso del sacrificio vale tutto, dice Anna che è pronta a fare la propria parte rinunciand­o all’abbraccio della famiglia.

Immaginare l’incontro che sarà, superata l’emergenza sanitaria, alla fine è una carezza che allevia il peso di un Natale in solitudine. Il divieto di spostarsi da un comune all’altro, del resto, per Anna ha un significat­o chiaro: niente pranzo allargato. «Io convivo con il mio compagno a Lavis a pochi chilometri da Trento — racconta Anna Teridi, 26 anni — mia sorella nel comune di Terre d’Adige, mia mamma vive con il compagno a Mezzocoron­a e mio papà a Levico, mentre la sua compagna vive a Milano, purtroppo in un comune diverso, seppur vicinissim­o, rispetto alla figlia». Tradotto: sei residenze diverse, due in Lombardia e quattro in Trentino, queste ultime fra loro separate da un tempo di percorrenz­a di venti minuti al massimo. Ma il tragitto non conta, in base all’ultimo Dpcm valgono i confini municipali e si resta ognuno a casa propria.

«Purtroppo sì — riprende Anna — Natale, fra le altre, è sempre stata l’occasione per vederci tutti quanti ma purtroppo quest’anno saremo divisi. Io lo trascorrer­ò con il mio compagno e i suoceri, nello stesso Comune. Mia sorella però sta pensando di raggiunger­e mio papà: ha qualche giorno di ferie e trascorrer­à già dalla vigilia quei giorni con lui. Peccato, quest’anno pensavamo a un pranzo tutti insieme qui da me».

Per il padre di Anna e la sua compagna, che vive a Milano, vedersi è ancora più complicato. «Purtroppo sì, già da due mesi dal Trentino non può raggiunger­e la Lombardia e anche in primavera non si sono potuti vedere a lungo. Hanno compensato con tante videochiam­ate. Ma meglio distanti che ammalati». Sì perché Anna, alla fine, è pronta a sopportare il peso di queste festività anomale. «Il calore umano ci mancherà — conclude —. Ma questo è il momento di fare dei sacrifici e siamo pronti a seguire le decisioni del premier Conte che reputo giuste e motivate».

Lontani ma vicini

Due sorelle, i genitori separati e i rispettivi nuovi compagni tutti con residenze differenti

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Super famiglia In primo piano e in senso orario: il papà di Anna con la compagna e la figlia di lei (in maglia bianca il suo ragazzo); la sorella di Anna, Anna e il suo compagno

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