Il rapporto: bike-sharing e più mezzi per andare a scuola sicuri
I suggerimenti di Inail e Istituto superiore di sanità al Cts: controllare anche quello che accade davanti agli istituti
«Mettere in sicurezza la scuola e mantenerla in presenza significa pensare non solo alle misure organizzative di prevenzione e protezione negli edifici scolastici, ma anche a tutte le attività che avvengono fuori del contesto scolastico». Che vuol dire, sia quello che avviene davanti agli istituti, ma soprattutto nel percorso «casa-scuola» degli studenti. Da mesi viene ripetuto che una delle misure, a scuole aperte, per contenere i contagi da coronavirus deve riguardare anche i trasporti. Treni, ma soprattutto bus e metropolitane. Ma il rapporto tra scuole e trasporto pubblico locale resta uno dei nodi da sciogliere e se dal 7 gennaio anche gli studenti delle superiori potranno rientrare in classe, dopo oltre due mesi di didattica a distanza, diventa urgente trovare soluzioni.
In Italia ogni giorno tra le 7.30 e le 8 si muovono con i mezzi pubblici quasi 4 milioni di studenti, di cui 1 milione solo tra Lombardia e Lazio. Ecco perché gli esperti di Inail e Istituto superiore di sanità in un rapporto presentato al Comitato tecnico-scientifico (Cts) sulla «Gestione del rischio di contagio da SarsCoV-2 nelle attività correlate all’ambito scolastico con particolare riferimento al trasporto pubblico locale» invocano «uno sforzo complessivo delle istituzioni coinvolte e non solo della scuola», sottolineando che il Tpl resta «un contesto a rischio di aggregazione medio-alto, con possibilità di rischio alto nelle ore di punta».
Per non vedere più immagini con bus e metrò strapieni viene suggerita una più «efficace riorganizzazione del sistema di trasporto pubblico» incrementando le misure di prevenzione e protezione dal contagio. Sarebbe auspicabile, secondo gli esperti, una «collaborazione diretta» fra la scuola e chi organizza la mobilità. Come? Incrementando la mobilità sostenibile, bike sharing soprattutto, studiando offerte ad hoc per studenti in determinate fasce orarie, potenziando l’offerta di mezzi anche con l’aiuto dei privati e rimodulando gli orari di ingresso ed uscita, così come avviene all’estero. E per quanto riguarda gli «altri contesti», cioè ciò che avviene davanti alle scuole, Inail e Iss suggeriscono di aumentare i controlli e sensibilizzare studenti e famiglie. Ma intanto, una circolare del Viminale chiarisce che in caso di criticità, inclusi i trasporti pubblici, le Regioni potranno in autonomia chiudere le scuole.