La leader estone: «La difesa europea va rafforzata per limitare i russi»
Kaljulaid e l’aumento delle spese militari
«Due anni fa alla Conferenza sulla Sicurezza a Monaco — racconta la presidente dell’Estonia, Kersti Kaljulaid — ero seduta al fianco di John Kerry. Era la prima volta che John McCain non veniva dopo trent’anni, per ragioni di salute. Sarebbe morto pochi mesi dopo. Dissi a Kerry che quell’assenza per noi significava molto, perché nessuno aveva fatto più di McCain per l’Estonia e per i rapporti transatlantici. Lui rispose: “Si ricordi che quando ne avrete bisogno, voi avete un altro John in me”». In visita di lavoro a Roma, dove ha incontrato il capo dello Stato Sergio Mattarella e il premier Conte, Kaljulaid è anche uno dei candidati più accreditati alla presidenza dell’Ocde, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
Perché mi racconta questo aneddoto?
«Per dire che la nostra cooperazione con gli Usa è sempre stata bipartisan, stretta, intensa, rispettosa dei reciproci interessi. I nostri buoni rapporti con gli Usa non sono mai dipesi da questa o quella Amministrazione. Noi non siamo una grande economia, per noi fondamentale è un sistema basato sui valori e sulle regole. Ho incontrato Joseph Biden poco prima della primavera, abbiamo avuto una lunga discussione, è un uomo di princípi che incarna perfettamente questo spirito di cooperazione transatlantica».
Si aspetta che la nuova Amministrazione americana sarà più dura verso la Russia?
«C’è qualcosa a proposito di Russia, Usa ed Europa che dobbiamo tutti tenere a mente. Già Barack Obama aveva detto a noi europei di spendere di più per la difesa. Ma non lo abbiamo ascoltato. Ciò che è cambiato dalla Guerra fredda è che l’influenza globale della Russia è in declino, mentre cresce quella della Cina. È quindi naturale che da noi ci si aspetta che gestiamo in prima persona i nostri rischi e problemi regionali, poiché gli Usa devono dedicare maggiore attenzione e risorse a contenere la Cina, che ha già detto apertamente di voler trasformare il suo potere economico in maggiore influenza strategica. La Cina non è una democrazia. L’impero
russo in declino cerca disperatamente di essere ancora influente oltre i propri confini. Tocca a noi europei trovare le opzioni possibili per contenerlo. Devo dire che lo stiamo facendo, la nostra spesa per la difesa sta crescendo e cooperiamo più strettamente non solo dentro la Nato».
L’Europa ha bisogno di autonomia strategica come
dice Emmanuel Macron, o questa è un’illusione come controbatte la ministra della Difesa tedesca, Annegret Kramp-Karrenbauer?
«Durante la Guerra fredda eravamo, o meglio eravate perché noi eravamo occupati, in una posizione confortevole, poiché il rischio regionale dell’Europa era anche globale per via dell’Urss. Oggi la partita è un’altra: qualunque sia il vocabolario che usiamo, l’Europa deve essere in grado di difendersi da sola e mantenere un livello accettabile di sicurezza vicino ai suoi confini, come il Medio Oriente e il Nord Africa. Ma ciò non significa sganciarsi dagli Stati Uniti, è complementare, dobbiamo lavorare insieme all’America sui temi globali ed europei».
Ma il Nord Stream 2, il secondo gasdotto russo-tedesco sotto il Mar Baltico, dev’essere completato?
«Noi pensiamo che questo progetto non sia in linea con gli obiettivi energetici dell’Ue, che puntano alla diversificazione delle fonti. Nord Stream 2 dà alla Russia una posizione di monopolio nelle forniture energetiche all’Europa. E non è neppure in linea con le ambizioni climatiche dell’Unione, che entro il 2050 vuole essere neutrale quanto a emis
Dobbiamo porre la questione
del rispetto dei diritti umani e della sicurezza nel negoziare con la Cina?
«Meno aperta è la Cina sui suoi piani, più guardinghi dovremmo essere sule loro vere intenzioni. Non capiamo per esempio se i nostri network digitali siano sicuri da ingerenze cinesi. Ci vuole un approccio europeo comune con regole d’accesso per tutti».
Come si esce dalla paralisi, che vede due Paesi, Ungheria e Polonia, bloccare il Next Generation Eu e il bilancio pluriennale dell’Ue?
«L’Estonia sostiene incondizionatamente l’accordo di luglio sul Next Generation Eu. Il Consiglio europeo è il solo luogo dove si possa risolvere la questione della condizionalità dello Stato di diritto. Non credo possa farlo la Commissione. Sullo Stato di diritto, l’Estonia non accetta sconti: è il fondamento dell’Unione, comunità di valori che devono essere fatti valere».
Il gasdotto Nord Stream 2 dà alla Russia il monopolio per le forniture energetiche all’Europa