Corriere della Sera

Genovese indagato per un altro stupro

Milano, la denuncia di una 23enne ospite a Ibiza. Intanto i legali della 18enne rimettono il mandato

- Giuseppe Guastella gguastella@corriere.it

Nuova accusa di violenza sessuale e cessione di stupefacen­ti per Alberto Genovese. Il mago delle startup arrestato per aver drogato e violentato una modella di 18 anni nella sua casa nel centro di Milano ora è indagato dalla Procura anche per un secondo stupro, quello che avrebbe subito una ragazza di 23 anni sua ospite a luglio ad Ibiza. E ieri due avvocati della prima vittima hanno rimesso il mandato.

La ragazza, che chiameremo con il nome di fantasia di Sofia, era stata protagonis­ta di un difficile interrogat­orio nelle indagini della Squadra mobile della Questura di Milano, dirette dal pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunto Letizia Mannella. Si era presentata spontaneam­ente quando, ancor prima che Genovese fosse arrestato, nel giro delle conoscenze che hanno affollato «Terrazza sentimento» girava voce che una giovane era stata violentata dopo una serata. A verbale, Sofia ha dichiarato di aver trascorso la vacanza nella «Villa Lolita», affittata nell’isola spagnola dall’imprendito­re 43enne di origini napoletane, tra tuffi in piscina, balli con musica ad altissimo volume per tutta la notte e la immancabil­e droga in quantità industrial­i «cocaina, 2CB e pasticche di vario genere che Alberto metteva liberament­e e gratuitame­nte a disposizio­ne di tutti gli ospiti». Il suo racconto ricalca i ricordi dell’altra vittima. Dice che ha seguito Genovese e la sua fidanzata in camera da letto dove ha «tirato» altra droga. Da quel momento la memoria si annebbia, solo flash e allucinazi­oni. Quando si riprende, ha i vestiti strappati, molti lividi alle gambe e ai polsi e «la sensazione di aver subito un rapporto sessuale». Tornata in Italia, non fa denuncia perché teme che Genovese possa fare del male alla sua famiglia. Aveva sentito dire che «in una occasione lui aveva mandato delle persone sotto casa di una ragazza che voleva denunciarl­o per una cosa simile». Nel momento in cui emerge tutta la violenza feroce subita dall’altra presunta vittima, Sofia trova il coraggio di presentare anche una formale querela che arriva mentre la Procura sta già indagando d’ufficio sul suo caso.

Nei giorni scorsi, la ragazza

«Quando mi sono ripresa ho avuto la sensazione di aver subito un rapporto»

violentata a Milano aveva aggiunto l’avvocato Luigi Liguori al collegio legale degli avvocati Luca Procaccini e Saverio Macrì, che sono diventati sostituti processual­i. Ieri, Procaccini e Macrì hanno rimesso il mandato dopo che la trasmissio­ne «Quarto grado» ha rivelato che la loro cliente, prima di rivolgersi a Liguori, avrebbe pranzato in un ristorante con persone che «farebbero parte dell’entourage di Genovese». Notizie che, «vere o false che siano», Procaccini legge «unitamente ad una ulteriore serie di circostanz­e» che lo hanno spinto a non «occuparsi più del caso».

Le rivelazion­i non vengono confermate dall’avvocato Liguori: «Non c’è alcun collegamen­to tra il mandato che ho ricevuto e un pranzo “misterioso”» del quale «non ho alcun riscontro. La ragazza — dichiara — si è presentata da me spontaneam­ente, libera da qualsiasi condiziona­mento».

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Agli arresti Alberto Genovese, 43 anni, accusato di violenza sessuale

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