Genovese indagato per un altro stupro
Milano, la denuncia di una 23enne ospite a Ibiza. Intanto i legali della 18enne rimettono il mandato
Nuova accusa di violenza sessuale e cessione di stupefacenti per Alberto Genovese. Il mago delle startup arrestato per aver drogato e violentato una modella di 18 anni nella sua casa nel centro di Milano ora è indagato dalla Procura anche per un secondo stupro, quello che avrebbe subito una ragazza di 23 anni sua ospite a luglio ad Ibiza. E ieri due avvocati della prima vittima hanno rimesso il mandato.
La ragazza, che chiameremo con il nome di fantasia di Sofia, era stata protagonista di un difficile interrogatorio nelle indagini della Squadra mobile della Questura di Milano, dirette dal pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunto Letizia Mannella. Si era presentata spontaneamente quando, ancor prima che Genovese fosse arrestato, nel giro delle conoscenze che hanno affollato «Terrazza sentimento» girava voce che una giovane era stata violentata dopo una serata. A verbale, Sofia ha dichiarato di aver trascorso la vacanza nella «Villa Lolita», affittata nell’isola spagnola dall’imprenditore 43enne di origini napoletane, tra tuffi in piscina, balli con musica ad altissimo volume per tutta la notte e la immancabile droga in quantità industriali «cocaina, 2CB e pasticche di vario genere che Alberto metteva liberamente e gratuitamente a disposizione di tutti gli ospiti». Il suo racconto ricalca i ricordi dell’altra vittima. Dice che ha seguito Genovese e la sua fidanzata in camera da letto dove ha «tirato» altra droga. Da quel momento la memoria si annebbia, solo flash e allucinazioni. Quando si riprende, ha i vestiti strappati, molti lividi alle gambe e ai polsi e «la sensazione di aver subito un rapporto sessuale». Tornata in Italia, non fa denuncia perché teme che Genovese possa fare del male alla sua famiglia. Aveva sentito dire che «in una occasione lui aveva mandato delle persone sotto casa di una ragazza che voleva denunciarlo per una cosa simile». Nel momento in cui emerge tutta la violenza feroce subita dall’altra presunta vittima, Sofia trova il coraggio di presentare anche una formale querela che arriva mentre la Procura sta già indagando d’ufficio sul suo caso.
Nei giorni scorsi, la ragazza
«Quando mi sono ripresa ho avuto la sensazione di aver subito un rapporto»
violentata a Milano aveva aggiunto l’avvocato Luigi Liguori al collegio legale degli avvocati Luca Procaccini e Saverio Macrì, che sono diventati sostituti processuali. Ieri, Procaccini e Macrì hanno rimesso il mandato dopo che la trasmissione «Quarto grado» ha rivelato che la loro cliente, prima di rivolgersi a Liguori, avrebbe pranzato in un ristorante con persone che «farebbero parte dell’entourage di Genovese». Notizie che, «vere o false che siano», Procaccini legge «unitamente ad una ulteriore serie di circostanze» che lo hanno spinto a non «occuparsi più del caso».
Le rivelazioni non vengono confermate dall’avvocato Liguori: «Non c’è alcun collegamento tra il mandato che ho ricevuto e un pranzo “misterioso”» del quale «non ho alcun riscontro. La ragazza — dichiara — si è presentata da me spontaneamente, libera da qualsiasi condizionamento».