I restauratori acrobati della Torre di Pisa
Quattro uomini e 4 donne, sono la nuova squadra speciale addestrata per curare i marmi di piazza dei Miracoli Le operazioni durante il lockdown: «Non si può rischiare»
Sono storici dell’arte, restauratori professionisti e operai specializzati. Alcuni provengono dall’Istituto Centrale per il Restauro, altri hanno studiato anche all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Adesso compongono una straordinaria squadra, unica nel suo genere, di restauratori-acrobati specializzati sia in materiali lapidei, cioè marmi, che in affreschi e opere pittoriche. Una tipica eccellenza italiana nel campo della tutela del Patrimonio storico-artistico. Sono i dipendenti dell’Opera della Primaziale Pisana, che sovrintende al mantenimento e alla cura dei tesori in puro stile Romanico-Pisano nella Piazza dei Miracoli: la Torre, il Battistero, il Duomo e il Camposanto, più il museo dell’Opera del Duomo e il museo delle Sinopie.
In quanto «fabbriceria» (ente che gestisce e tutela una Cattedrale, come succede anche a san Marco a Venezia, al Duomo di Milano, a santa Maria del Fiore a Firenze) in base al Concordato Italia-Santa Sede, l’Opera ha un autonomo Consiglio di amministrazione di sette membri (nominati dal vescovo e dal ministero dell’Interno) e un presidente, Pierfrancesco Pacini. L’organismo vigila sulla salute dei beni pisani, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco dal 1987. Trattandosi di capolavori con secoli di storia (la costruzione del Duomo comincia nel 1064, quella del Battistero nel 1152, la Torre risale al 1173, il Camposanto al 1277) è necessaria una costante manutenzione di tutti gli «elementi in quota»: tegole, coperture di marmo, guglie, cornicioni, capitelli, rivestimenti. E dei preziosi affreschi del Camposanto.
Approfittando della chiusura a causa del Covid, sono entrati in azione i restauratori-acrobati. Spiega l’ingegner Roberto Cela, direttore tecnico dell’Opera della Primaziale Pisana: «Hanno accettato con entusiasmo uno specialissimo corso di 40 ore realizzato con “Vertika” di Brescia, il centro di formazione per lavori in quota su fune. Già vent’anni fa ci fu un corso con gli alpinisti di Bormio. Ora i nostri otto restauratori sono in grado di salire lungo le facciate esterne, sulle pareti interne, sui tetti, per controllare la tenuta dei materiali. Sono davvero motivati. Fatta eccezione per due senior sessantenni, hanno un’età media di 35 anni, sono quattro uomini e quattro donne». Queste operazioni sono state compiute a lungo con il supporto dei Vigili del fuoco di Pisa.
Negli anni sono stati formati i restauratori: ora la squadra si muove in autonomia anche se la collaborazione con i Vigili del fuoco continuerà per l’esame delle condizioni statiche generali.
Il controllo della stabilità degli «elementi in quota» non è solo un problema storico-artistico ma anche di sicurezza, racconta Cela: «Se un pezzo di marmo si distacca può provocare seri danni alle persone. Quindi siamo chiamati a un controllo che ha una doppia valenza».
Accanto agli otto restauratori-acrobati lavorano altri esperti: restauratori di metalli e di legno, tutti materiali presenti nei beni pisani, ma anche tecnici impiantisti e giardinieri perché, sottolinea con orgoglio Cela, «il verde è il quinto monumento del complesso pisano e deve essere impeccabile». Impossibile pensare la Piazza dei Miracoli con un prato giallastro o mal tenuto.
L’intero complesso è, in questo periodo, monitorato. Annuncia l’ingegner Cola: «Stiamo organizzando un bando per alzare i ponteggi necessari per revisionare tutti gli intonaci interni della cupola». E lo stesso sta accadendo per lei, la Grande Diva, la «Torre che pende»: «Alcuni capitelli restaurati e consolidati dopo il 2001 hanno bisogno di controlli e di riconsolidamenti. Qui, nella Piazza dei Miracoli, i cantieri non finiscono mai...».