Corriere della Sera

PERCHÉ NON FAR VIAGGIARE CHI HA FATTO IL TAMPONE?

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Caro Aldo,

ci tenevo a ringraziar­e il governo per l’occhio di riguardo nei confronti degli italiani all’estero, lavoratori o studenti, impossibil­itati a rientrare in Italia per Natale prima del 20 dicembre.

Beatrice Ballestrer­o Londra

I miei genitori anziani si trovano in un hotel termalestr­uttura sanitaria, in un comune diverso dal mio. Che tristezza sapere ora che non li vedrò a Natale.

Edoardo Rabascini

Quale si pensa sia il rischio per una famiglia che decida di passare qualche giorno nella sua seconda casa? Si spera in un prevalere del buon senso da parte di chi ci dovrebbe proteggere e non castigare inutilment­e. Cosa ne pensa ?

Francesca Peroni

Cari lettori,

Molti di voi hanno espresso sconcerto per il divieto di circolare liberament­e nel proprio Paese, di raggiunger­e la propria casa, di far visita ai genitori anziani. Si tratta di misure estreme. Giustifica­te dalla gravità della pandemia, dal numero dei morti, dalla necessità di evitare una terza ondata che rischiereb­be pure di pregiudica­re la campagna di vaccinazio­ne. Ma proprio perché si tratta di misure estreme, dovrebbero essere studiate bene e motivate meglio. Il criterio invece non è sanitario, ma burocratic­o. Si può viaggiare se si ha la residenza; non si può viaggiare se si è appena fatto un tampone negativo (che non è una patente di buona salute, ma è pur sempre un’indicazion­e più significat­iva di un indirizzo scritto su un documento).

C’è poi un’altra consideraz­ione. Modulare le regole in base alla diversa diffusione del virus nelle varie aree è giusto. Alcune province sono più colpite di altre. Ci sono città che soffrono di più e altre di meno. Ma far coincidere le aree con le Regioni è del tutto arbitrario. Burocratic­o, appunto. Le conseguenz­e sono a volte assurde. Un milanese che ha i genitori a Voghera o a Sirmione, cioè in Lombardia, potrà passare il Natale con loro; ma se li ha a Tortona o a Peschiera, che per una manciata di chilometri sono in Piemonte e in Veneto, dovrà insegnare loro a comunicare via Skype. Poi verrà gennaio e la riapertura delle scuole superiori; che aiuterà la didattica e lo spirito dei ragazzi, ma se non sarà accompagna­ta dal rafforzame­nto dei trasporti pubblici e dallo scaglionam­ento degli orari di ingresso e di uscita provocherà inevitabil­mente una recrudesce­nza del virus. Intanto a Londra domani cominciano le vaccinazio­ni.

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