Patente Covid-free? Meglio essere cauti
«Il vaccino dev’essere obbligatorio o va predisposto una sorta di "patentino Covid-free" che attesti l’avvenuta vaccinazione per accedere ai servizi pubblici, culturali, sportivi o alle attività commerciali. Dobbiamo "liberare" le nostre città il prima possibile». Così sostiene Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, una delle città più colpite durante la prima ondata. Affermazione impegnativa. Consideriamola un ammonimento, e proviamo a ragionarci.
Iniziamo dall’obbligatorietà. Il governo italiano ha deciso che la vaccinazione sarà facoltativa, da principio, riservandosi di renderla obbligatoria se troppi italiani la rifiuteranno. La Costituzione lo autorizza. L’articolo 32 recita infatti: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». E sarebbe la legge a dichiarare, nel caso, l’obbligatorietà. Ovvio? Certo. Ma andate a spiegarlo ai no-vax che continuano a invocare la Costituzione.
Torniamo al sindaco Matteo Ricci, che è anche presidente Ali (Autonomie Locali Italiane). Lui invoca un «patentino Covidfree». Io lo temo, ma non mi sento di escluderlo. Per ogni luogo pubblico affollato — sala congressi, centro commerciale, bar per aperitivi, cinema, teatro, stadio — tornare alla normalità sarà una tentazione irresistibile. Se per arrivarci dovrà chiedere un certificato di vaccinazione, prima o poi lo farà: state certi.
E questo spaccherebbe la società italiana. Da una parte i vaccinati, liberi di tornare alla vita pre-Covid; dall’altra i non vaccinati, limitati negli accessi e negli spostamenti. Secondo voi, come andrebbe a finire? Malissimo. Perché i no-vax sono tanti, si sentirebbero discriminati e reagirebbero in maniera scomposta. L’Italia è già abbastanza incrinata: se introduciamo anche un «patentino Covidfree», si rompe del tutto.
Consigliamo perciò cautela al sindaco di Pesaro. I nostri connazionali no-vax sono magari ingenui, disinformati, timorosi al limite della superstizione. Ma prima di essere obbligati o discriminati, vanno convinti. Oggi un lettore cremonese, Roberto B., mi ha riferito che una compagna di classe del figlio, alle elementari, ha chiesto come regalo di Santa Lucia «la puntura contro il Covid». I bambini sono saggi. Prendiamo esempio da loro.