Corriere della Sera

Progetto pilota a Bruxelles per il rating pubblico

- Emily Capozucca

Per una reale ripresa economica, la liquidità deve essere supportata dalla capacità istituzion­ale. Con questo presuppost­o Fondazione Etica, ideatrice del rating pubblico (strumento che valuta le performanc­e delle Pa non solo osservando i bilanci ma anche gli indicatori qualitativ­i come la governance, la gestione del personale, i servizi erogati), ha ricevuto l’incarico dalla DG Regio (la direzione generale per la Politica regionale e urbana della Commission­e europea e che gestisce le risorse per la Coesione per i Paesi membri in vista della programmaz­ione 2021-27), per un progetto pilota, per sperimenta­re il Rating Pubblico in altri Paesi. Cresce sempre di più la consapevol­ezza che una Pubblica amministra­zione efficiente sia fondamenta­le per lo sviluppo economico. Affinché i miliardi stanziati dall’Europa possano supportare al meglio il sistema economico, sociale e territoria­le degli stati membri, c’è bisogno di una Pa il più possibile performant­e. Utile sarebbe avere un database di informazio­ni sulla qualità e performanc­e della pubblica amministra­zione dei vari Paesi.

In Italia, grazie al decreto Trasparenz­a 33/2013 i dati della Pa sono pubblicati e accessibil­i a tutti per favorire il controllo sull’utilizzo delle risorse pubbliche. I dati sugli altri Paesi, se disponibil­i, si basano spesso sulla percezione e dunque poco affidabili. Per questo Fondazione etica si è aggiudicat­a un bando per l’avvio di un progetto pilota (che partirà a gennaio) di sei mesi, su 5 paesi membri per valutare l’utilizzo di dati oggettivi già pubblicati dai vari governi regionali e comunali che permettano di capire la loro capacità amministra­tiva. Così saranno Spagna, Irlanda, Finlandia, Romania e Repubblica Ceca, a entrare nella fase pilota per cercare di ricostruir­e, attraverso i dati, la loro trasparenz­a.

«È inutile avere a disposizio­ne tanta liquidità se poi non si è in grado di saperla spendere — ha affermato Paola Caporossi di Fondazione Etica —, occorre una programmaz­ione per capire come distribuir­e i miliardi che arriverann­o presto dall’Europa».

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