Corriere della Sera

La crescita calma ma evidente di Inter e Juve

- di Mario Sconcerti

Crescono con calma ma crescono sia la Juve che l’Inter. Può colpire l’assenza di sconfitte della Juve nonostante le molte discussion­i sul suo rendimento, ma è un risultato normale per la storia. L’anno scorso perse la prima volta con la Lazio alla 15ª giornata. Era la Juve di Sarri, anche più discussa di questa di Pirlo. E aveva 6 punti in più. Sorprender­si per questa sua buona striscia significa avere sulla Juve più dubbi di quanto meriti. Da ricordare è un particolar­e mai così importante come in questa stagione, il senso degli avversari. La Juve ha giocato solo due volte contro una delle prime, con Roma e Lazio, ha fatto due pareggi segnando e subendo tre gol. Cioè non ne ha battuta una. Il resto sono stati avversari normali contro cui oggi molto spesso si vince per principio. La Juve è una squadra fredda come il suo tecnico, ha molti buoni giocatori e poca magia. Col Torino ha vinto di cuore nel finale, muscolo che non è il suo strumento migliore. Nessuno ormai perde contro squadre più deboli. L’Inter ha perso con il Milan, la Roma con il Napoli, il Sassuolo con l’Inter, il Napoli con il Sassuolo. Milan e Juve contro nessuno. Non c’è un giudizio chiaro, sono due campionati divisi, come se ci fosse già la Superlega. Ma anche dentro la vera bolla che ancora esiste, quella delle prime sei, è evidente la crescita di Juve e Inter. Stupisce semmai il Torino, che ha i sintomi di una buona squadra ma perde sempre in rimonta. I due gol di testa della Juve sono parte dello stesso errore nervoso. Mezza squadra si sposta

Il Torino ha i sintomi di una buona squadra ma perde sempre in rimonta, i suoi sono crolli di paura

verso chi fa il cross, mezza Juve corre verso la porta e uno segna. Troppo semplice per essere calcio, questi sono crolli di paura. L’Inter è alla terza vittoria consecutiv­a nonostante schieramen­ti spesso opposti sugli esterni, che sono il vero timbro del gioco di Conte. La squadra ha preso una coscienza di sé che prima era più traballant­e. Il gioco si è un po’ sveltito. Sono osservazio­ni complessiv­e, non di giornata. Col Bologna, come con il Sassuolo, la partita è finita subito. C’è però più coscienza di sé, si sanno distinguer­e le fasi della partita, si ottiene di più dai singoli. In questo momento l’Inter mi sembra la più completa.

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