Il Covid visto dai fumettisti per combattere la povertà
Raccontare il Covid con i fumetti. Lo ha fatto la ong Cefa con «My Covid in Comics». Il libro raccoglie le vignette di illustratori da tutto il mondo che hanno raccontato, ognuno a proprio modo e nella sua lingua, l’arrivo del coronavirus. Un libro che ironizza con rispetto sulla tragedia della pandemia, ma che è anche un progetto per sostenere quello che l’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova: le scuole e le missioni umanitarie. Come quelle che Cefa porta avanti da 48 anni per combattere la fame e la povertà. L’iniziativa è la storia di copertina, firmata da Maurizio Giannattasio, di «Buone Notizie» in edicola domani gratis con il Corriere come ogni martedì. Tra le altre storie c’è quella di Veronica Yoko Plebani, 24 anni e due partecipazioni alle Paralimpiadi: Sochi 2014 nello snowboard e Rio 2016 nella canoa. L’anno prossimo l’atleta bresciana, che a 15 anni ha perso piedi e dita delle mani, partirà per la terza avventura olimpica a Tokyo nel triathlon. Il Natale quest’anno sarà diverso per tutti, ma chi forse soffrirà di più sono le persone che non possono permettersi il pranzo e che di solito sono invitate alla tavola di Sant’Egidio. Come fare visto che non si può? La Comunità si è organizzata: pasti e regali per i poveri arriveranno a casa grazie a una massiccia rete di volontari. Tutti possiamo aderire alla campagna con chiamata da rete fissa o sms al numero 45586. Povero lo era anche Rakib Uddin, quando è arrivato in Italia dal Bangladesh nel 2007. Il destino lo porta a vendere rose per strada e nei ristoranti. È fuori dal rinomato «Scannabue» di Torino che la sua storia cambia: una cuoca non si è presentata e i proprietari lo chiamano in cucina per aiutare lo chef. Il resto lo fa da solo lavorando e studiando. E a 31 anni è diventato patron di un grande locale torinese. Infine, l’inchiesta che getta una luce sulle condizioni di vita degli anziani italiani: oltre 4 milioni di ultra 65enni vivono soli. Le residenze sanitarie assistite non sono l’unica possibilità. Dall’housing sociale alle comunità familiari all’assistenza integrata: esperienze vincenti.