Prime pagine e grandi firme: idee, storie, parole per un anno
Il calendario del 2021 scandito da titoli sui grandi eventi del passato e 12 concetti per capire il presente Ecco l’«Agenda del Corriere»
Èla stampa, bellezza. E le prime pagine comandano. Da sempre. Per questo, non rispetteremo la cronologia dei fatti. Qui si procede per avvenimenti. E che avvenimenti. «Tutti in fila per l’euro, svuotati i bancomat», titola il Corriere a nove colonne. È il 2 gennaio del 2002, anno di nascita dei neomaggiorenni, i quali, se vedessero quella foto in prima, dell’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, mentre brinda con sua moglie Franca, chissà cosa penserebbero. Loro, cresciuti a botte di polemiche da talk televisivo: euro sì, euro no. «Ma non è così, e il partito dei lira-nostalgici ha ceduto il passo al realismo dei numeri», ricorda Nicola Saldutti, una delle tante firme del Corriere della Sera chiamate a commentare le notizie delle prime pagine del passato che scandiscono i prossimi 12 mesi nell’«Agenda 2021 del Corriere della Sera» (realizzata in collaborazione con Edison), in edicola per due mesi a 6,90 euro, escluso il costo del quotidiano.
Restiamo, dunque, sulla prima. In senso assoluto. Quella del primo numero mandato in edicola: «Pubblico, vogliamo parlarti chiaro», è l’incipit dell’articolo con il quale si presenta il giornale. È il numero del 5-6 marzo 1876, chi scrive è Eugenio Torelli Viollier, il fondatore del quotidiano. Un trentenne con barba e occhialini da cover, che fuoriescono da un finestrone del palazzo di via Solferino 28, nella copertina dell’agenda, illustrata da Fabio Sironi, e dove troviamo altri due degli uomini che hanno fatto la storia di queste pagine: Dino Buzzati e Indro Montanelli.
Un salto in avanti di un secolo ed eccoci al 12 luglio 1982: «L’Italia ha vinto il Mundial» dice il titolo. E Mario Soldati racconta da Madrid la «Fiesta europea di questo Mundial». E poi, dall’Italia si va in America, quella ferita dall’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001, con l’editoriale dell’allora direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli, «Siamo tutti americani». «Tanto tempo è passato da quell’11 settembre. E ancora non siamo riusciti a convivere con quel virus», ricorda nel suo commento Pier Luigi Battista.
È così che l’agenda accompagna lo scorrere dei giorni, ricordando gli eventi significativi accaduti proprio in quella data, mostrando tante prime pagine storiche — l’elezione di Obama alla Casa Bianca, il voto con il quale gli italiani scelsero la Repubblica — e poi tornando al tempo presente, raccontato attraverso le parole chiave scelte da alcune grandi firme del giornale, da Aldo Cazzullo a Paolo Giordano, da Gian Antonio Stella a Francesco Giavazzi. Un esempio? «Samfundssind», il termine scelto da Massimo Gramellini per parlare del momento che stiamo vivendo: è un vocabolo danese, significa «mentalità sociale», e la sfida per il 2021 è «tradurre in italiano samfundssind. E metterla in pratica, magari».
Parole, idee, di questo sono fatti i giornali e anche l’agenda che il Corriere propone ai suoi lettori. Possono bastare le sue pagine a mettere un po’ di speranza nel nostro futuro? «Per ciascuno di noi e per tutto il Paese la fiducia è l’unico seme che può riempire questa agenda di progetti e desideri», scrive Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera.