Politica e coerenza, un legame sparito
Passerà la riforma del Mes? Forse, chissà, probabilmente, vedremo. E una maggioranza di governo con Forza Italia e i Cinque Stelle? Non è escluso, chissà, può essere. E il Mes va riformato, ma non preso, oppure va preso ma non riformato? Bisogna vedere, chissà, forse, non è detto. Non è detto cosa? Non è detto. E lo stesso presidente del Consiglio che in un governo fa il capo dei populisti e in un altro fa l’esponente compassato dell’establishment? Non è detto, improbabile, forse, anzi no, è già accaduto. E un governo dove stiano insieme Pd e Cinque Stelle, Renzi e Di Maio, che si sono insultati sanguinosamente? Chissà, improbabile ma non impossibile, anzi no, è già accaduto. E una diarchia Lega e Cinque Stelle? Improbabile, chissà, ma mai dire mai. Tutto è possibile. Perché oramai si è compiuto la definitiva emancipazione delle geometrie politiche da ogni parvenza di serietà di un progetto, di un programma, di un’idea, di un modo di vedere le cose. Tutto è compatibile con tutto se le circostanze lo richiedono. Dicono: non sono gli elettori che decidono il governo, e lo dicono avendo in mano il manuale di diritto costituzionale ancora intonso, ma ben orecchiato. Ma alla fine dicono anche che una maggioranza può essere qualunque cosa, una volta ricevuto il mandato elettorale, e che tutto avviene secondo logiche incomprensibili. Che sembrano il frutto di grande furbizia ma sono l’anticipo del distacco completo tra l’elettorato e i partiti, i partitini, le formazioni spurie, le cordate momentanee, gli equilibri del momento, e che pure quel mandato elettorale dovrebbero non dico rispettare, che è sforzo troppo grande, ma almeno motivare, coprire con una veste di decenza. La domanda più sciocca è diventata: «ma come, avevate detto?». Domanda a cui di solito si risponde con il sorrisino di chi la sa lunga: «ancora con questo mito della coerenza tra ciò che si diceva e ciò che poi si fa». E dunque vedremo. La previsione su ciò che potrebbe accadere diventa una scommessa, un numero al lotto, e non il frutto di un’analisi. Un tempo, riferendosi a tutt’altro fenomeno, si diceva «autonomia del politico». Ecco, l’autonomia è arrivata, integrale, allo stato puro, imprevedibile, imperscrutabile. Una mazzata per ciò che resta della democrazia, del rito democratico, delle scelte democratiche. La sconteremo.