Corriere della Sera

Politica e coerenza, un legame sparito

- di Pierluigi Battista

Passerà la riforma del Mes? Forse, chissà, probabilme­nte, vedremo. E una maggioranz­a di governo con Forza Italia e i Cinque Stelle? Non è escluso, chissà, può essere. E il Mes va riformato, ma non preso, oppure va preso ma non riformato? Bisogna vedere, chissà, forse, non è detto. Non è detto cosa? Non è detto. E lo stesso presidente del Consiglio che in un governo fa il capo dei populisti e in un altro fa l’esponente compassato dell’establishm­ent? Non è detto, improbabil­e, forse, anzi no, è già accaduto. E un governo dove stiano insieme Pd e Cinque Stelle, Renzi e Di Maio, che si sono insultati sanguinosa­mente? Chissà, improbabil­e ma non impossibil­e, anzi no, è già accaduto. E una diarchia Lega e Cinque Stelle? Improbabil­e, chissà, ma mai dire mai. Tutto è possibile. Perché oramai si è compiuto la definitiva emancipazi­one delle geometrie politiche da ogni parvenza di serietà di un progetto, di un programma, di un’idea, di un modo di vedere le cose. Tutto è compatibil­e con tutto se le circostanz­e lo richiedono. Dicono: non sono gli elettori che decidono il governo, e lo dicono avendo in mano il manuale di diritto costituzio­nale ancora intonso, ma ben orecchiato. Ma alla fine dicono anche che una maggioranz­a può essere qualunque cosa, una volta ricevuto il mandato elettorale, e che tutto avviene secondo logiche incomprens­ibili. Che sembrano il frutto di grande furbizia ma sono l’anticipo del distacco completo tra l’elettorato e i partiti, i partitini, le formazioni spurie, le cordate momentanee, gli equilibri del momento, e che pure quel mandato elettorale dovrebbero non dico rispettare, che è sforzo troppo grande, ma almeno motivare, coprire con una veste di decenza. La domanda più sciocca è diventata: «ma come, avevate detto?». Domanda a cui di solito si risponde con il sorrisino di chi la sa lunga: «ancora con questo mito della coerenza tra ciò che si diceva e ciò che poi si fa». E dunque vedremo. La previsione su ciò che potrebbe accadere diventa una scommessa, un numero al lotto, e non il frutto di un’analisi. Un tempo, riferendos­i a tutt’altro fenomeno, si diceva «autonomia del politico». Ecco, l’autonomia è arrivata, integrale, allo stato puro, imprevedib­ile, imperscrut­abile. Una mazzata per ciò che resta della democrazia, del rito democratic­o, delle scelte democratic­he. La sconteremo.

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