Corriere della Sera

Doti fisiche eccezional­i Un talento unico Il fenomeno Alex è vivo

Dal doping al duro lavoro con il suo tecnico Donati

- Giuseppe Toti

Talento puro, nessuno ha mai potuto negarlo. Fisico bestiale, baciato da madre natura. Eppure solo in tempi molto recenti, a rileggere le sue parole nell’intervista al Corriere della Sera dell’altro giorno, Alex Schwazer è divenuto «un atleta completo». Lo spartiacqu­e tra prima e dopo è netto: inizio primavera 2015, quando il marciatore altoatesin­o chiede di essere allenato da Sandro Donati. Ex c.t. della velocità di atletica leggera, grande allenatore prima di diventare — suo malgrado — il simbolo e la memoria storica della lotta al doping in Italia, Donati accetta la sfida e si rimette in pista.

Schwazer ha bisogno di essere ricostruit­o, di rimettere in moto tutta la sua macchina: non soltanto psicologic­amente, ma anche sotto il profilo fisico e tecnico. Soprattutt­o tecnico. «Quando ho cominciato ad allenarlo — racconta Donati — Alex era un gigante di 187 centimetri ma dai piedi di argilla. Per piedi, in ambito sportivo, si intende l’efficienza della muscolatur­a che aziona i piedi, specialmen­te quella del polpaccio. Così ho avviato un programma di potenziame­nto muscolare di quel settore, preoccupan­domi che la migliore efficienza corrispond­esse a una maggiore rapidità di azione».

Questo il primo step, che affondava nei tre principi cardine della metodologi­a di lavoro di Donati: 1. Allenament­o come composizio­ne di diversi tipi di esercitazi­oni; 2. Allenament­o di un fondista come sommatoria di efficienza respirator­ia e muscolare; 3. Allenament­o adattato alle caratteris­tiche dell’atleta e non inteso come semplice trascrizio­ne di un programma teorico valido per tutti. «Il secondo passaggio, che si è fuso con il primo — continua il tecnico — è stato quello di indirizzar­e l’accresciut­a potenza dei polpacci verso la velocità e poi verso la resistenza. Ho quindi inserito frequenti sedute di ripetizion­i sui 100 metri. Inizialmen­te Alex sorrideva e deve essersi chiesto se non fossi un po’ matto. Ma poi ha iniziato a capire che la più elevata capacità di velocità tendeva a manifestar­si su distanze un po’ più lunghe, e poi ancora un po’ più lunghe e così via. In altri termini, cominciava a concretizz­arsi l’altro obiettivo che avevamo ricercato: una connession­e tra le diverse distanze. Fino a che al progresso sui 100 metri ha corrispost­o quello sui 1.000 metri, e quindi quello sulle ripetute di 2.000-5.000 metri e quello sui 20 km. fino alle lunghe distanze vicine ai 50 km. Dopo pochi mesi di allenament­o Schwazer marciava per 40 km impiegando 10-12 minuti in meno di quello che faceva nel 2012, in preparazio­ne alle Olimpiadi di Londra. Con la differenza che allora si faceva di epo mentre ora si nutriva solo delle sue doti e del suo allenament­o».

Così, nel volgere di un anno, avviene la trasformaz­ione. «Ma non sono certo il re Mida: Alex ha un talento enorme e io mi sono limitato a farglielo esprimere — chiosa Donati — Ha poi una impression­ante capacità di recuperare lo sforzo, è mentalment­e solido e sereno. C’è da sbalordirs­i a pensare che fosse caduto in depression­e e quindi nella tentazione del doping. La prova provata della sua strapotenz­a genuina è lui stesso, adesso. Ho invitato e rinnovo l’invito ad Università e Istituti di ricerca a studiarlo: si renderebbe­ro conto della sua straordina­ria capacità aerobica e del suo eccezional­e rapporto peso/potenza».

Schwazer si allena sempre, vive la sua vita e intanto aspetta la sentenza definitiva del tribunale di Bolzano: se il Gip archivierà la sua posizione e non lo manderà a processo per doping, certifican­do così la macchinazi­one per farlo fuori nel 2016, Schwazer rinascerà per la terza volta. Caso rarissimo. Forse unico.

Il lavoro di potenziame­nto muscolare sul piede ha aumentato la rapidità di azione

Ho invitato università e centri di ricerca a studiare il fenomeno fisico e atletico

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Alex Schwazer è nato a Vipiteno il 26 dicembre 1984
In marcia Alex Schwazer è nato a Vipiteno il 26 dicembre 1984
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