Le conferenze stampa in tv, strumento per uscire dalla crisi
Come dev’essere una conferenza stampa televisiva a carattere istituzionale? Alcuni suggerimenti li troviamo sul sito del dipartimento della Funzione Pubblica. Si legge, per esempio, che si organizza una conferenza quando «l’Istituzione è nella condizione di fornire informazioni importanti per l’opinione pubblica o per i giornalisti, cioè tali da procurarsi un ulteriore approfondimento attraverso il dibattito con la stampa». Ancora: «Durante la fase di svolgimento, la conferenza stampa avrà maggior risalto tanto più sarà prestigiosa la persona chiamata a presiederla». Ancora: il tema dev’essere «di reale interesse per il pubblico di riferimento». Da noi le conferenze stampa spesso prendono una piega poco istituzionale.
Giorni fa, il presidente Giuseppe Conte, mentre stava illustrando il nuovo Dpcm, ha riposto a una domanda sulla sua vita personale (era tutto concordato?). Ha parlato della sua compagna Olivia Paladino, dell’intervento della scorta, dell’esposto di un deputato di Fdl. Ma era quella la sede giusta per parlare di cose personali? Si fa così nelle conferenze istituzionali? Chiamato a informare gli italiani sulla situazione sanitaria, il commissario straordinario all’emergenza Domenico Arcuri ha tuonato in conferenza stampa. Ha annunciato, infatti, di aver sporto querela in merito a questa vicenda, ma senza rivelare contro chi: «Io ho già sporto regolare querela a due programmi televisivi, a un quotidiano e a un sito Internet». Cos’era, una velata forma di minaccia? Un sassolino (un masso) uscito dalle scarpe del commissario straordinario? È un momento molto difficile quello che stiamo attraversando, il più drammatico dopo la Seconda guerra mondiale.
Le conferenze stampa televisive sono anche uno strumento per uscire da una situazione che a molti è costata lacrime e sangue. Non sarebbe il caso di lasciar perdere le questioni personali o rispondere a esse nelle sedi più opportune?