Corriere della Sera

«Buoni segnali Ma sul futuro è molto difficile fare ipotesi»

- Margherita De Bac

Dati in migliorame­nto. Possiamo sperare?

«I casi diminuisco­no, ma restano elevati e variano tra le regioni per incidenza. Sono i primi segnali di migliorame­nto in questa seconda ondata. Restano però delle incognite». È l’analisi di Stefania Salmaso, epidemiolo­ga, già direttrice del centro nazionale di sorveglian­za e promozione della salute.

Incognite?

«Non conosciamo quale sia la circolazio­ne dell’infezione nei diversi gruppi d’età, con stili di vita e rischi differenti. Secondo l’indagine della Società italiana di epidemiolo­gia i giovani tra 14 e 24 anni hanno sperimenta­to l’incidenza maggiore e più precoce contribuen­do largamente alla crescita esponenzia­le della seconda metà di ottobre. Nei bambini sotto i 10 troviamo valori di incidenza più bassi».

Medico

Stefania Salmaso, 65 anni, epidemiolo­ga

E poi?

«Preoccupan­te è la crescita, successiva a quella nei giovani, degli anziani in particolar­e dopo gli 84 anni. E così si spiega l’alto numero di decessi in questi giorni».

Il rapporto tra tamponi e positivi è significat­ivo?

«È uno degli indicatori, ora però il valore del rapporto può essere alterato dalla larga disponibil­ità di test rapidi. Il tampone molecolare viene effettuato più frequentem­ente alle persone positive al test rapido e quindi la proporzion­e non è più rappresent­ativa di tutta la popolazion­e esaminata. Le modalità di conteggio inoltre possono essere diverse tra regioni perché sono subentrati diversi test».

Secondo il professor Ricciardi dicembre e gennaio saranno mesi terribili.

«Non so in base a quali dati abbia avanzato queste previsioni. Tutte le contromisu­re attualment­e in vigore mirano a scongiurar­e la terza ondata, è difficile fare ipotesi azzeccate».

Un piano pandemico può essere preparato senza sapere che virus arriverà?

«È necessario disporre di piani e strumenti di preparazio­ne ad eventi anche di causa non nota. La capacità di risposta per l’assistenza è più o meno la stessa. La preparazio­ne deve basarsi su procedure note e testate, non tenute nel cassetto».

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