Corriere della Sera

Il Mose non viene alzato Venezia torna sott’acqua

Seguita la procedura, ma il meteo tradisce. Il sindaco Brugnaro: «Vogliamo decidere noi»

- di Francesco Bottazzo

Le dighe del Mose non sono state sollevate e Venezia è stata investita da un’onda di marea di 138 centimetri. Buona parte della città è stata sommersa. Le previsioni indicavano una crescita inferiore e a complicare la situazione è arrivata la Bora. Il sindaco Luigi Brugnaro: «Rivedere le regole».

Questa volta il Mose, e Venezia, sono stati beffati dalle previsioni meteorolog­iche. Troppo bassa la marea stimata (125 centimetri) per far alzare le dighe, nella fase sperimenta­le, alle bocche di porto e tenere all’asciutto piazza San Marco. «Il nartece è stato invaso dall’acqua per ore, il battistero allagato, l’acqua si è fermata all’ultimo gradino prima di entrare in Basilica, la situazione è terribile, la conseguenz­a la vedremo fra alcuni mesi quando la salsedine avrà raggiunto i mosaici», dice il Primo procurator­e di San Marco Carlo Alberto Tesserin.

Troppo stretti i tempi per potere alzare quelle paratoie quando, infine, si è capito che i numeri erano stati sottostima­ti. Perché il vento ha continuato a spingere per tutta la mattina, bora e scirocco, in concomitan­za con le piene dei fiumi Tagliament­o e Piave, portando la marea alle 16.40 a 138 centimetri (146 nella vicina Chioggia), come non si vedeva dai giorni seguenti l’acqua granda dell’anno scorso che tanti danni causò, in un balletto di previsioni, sempre più alte.

«Bisogna essere più veloci, la questione è più politica: dobbiamo far sì che sia la città a dichiarare quando si deve chiudere il Mose oppure no», dice il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, rimettendo al centro la neonata Autorità della laguna, «che non ci fa toccare palla, decide Roma», contestata da Ca’ Farsetti. Il risultato è che le sirene a quattro toni sono tornate a suonare facendo tremare i veneziani, ormai abituatisi a non dover più temere le maree eccezional­i da quando le dighe hanno cominciato ad alzarsi (nel weekend erano state sollevate per quaranta ore e hanno difeso la città dall’acqua alta). «La priorità non sono i cittadini? La priorità non è la salvaguard­ia della basilica di San Marco e di tutto il centro storico? Avere il Mose e non usarlo non è cosa facile da digerire», ha commentato il presidente dell’associazio­ne Piazza San Marco Claudio Vernier,

intenziona­to come non mai a far sentire la sua voce.

«Abbiamo seguito le procedure che prevedono il sollevamen­to delle dighe nella fase sperimenta­le a 130 centimetri (anche perché c’è da garantire il passaggio delle navi dirette e in uscita dal porto, ndr)», si difende il provvedito­re alle Opere pubbliche del Triveneto

Cinzia Zincone che con la commissari­a Elisabetta Spitz ha deciso di non alzare il Mose. «Può sembrare una risposta fredda e burocratic­a, ma in questi casi un po’ turbolenti seguire la procedura è un’ancora di salvezza — continua —. Le previsioni erano minori, purtroppo sono cambiate le condizioni meteo, sono saliti i venti ed era troppo tardi. Nonostante a Venezia si parli di strucar el boton (premere il pulsante, ndr) in realtà l’operazione ha bisogno di tempo e nasce con molto anticipo, solitament­e almeno diciotto ore prima».

Una cosa, però, la marea eccezional­e di ieri ha provocato: il cambiament­o del livello di allerta (più basso). Già ieri pomeriggio infatti è stata avviata la procedura per sollevare le dighe nella notte (all’una) per far fronte alle marea prevista per le 7 di questa mattina di 125 centimetri.

Come a dire: una volta abbiamo sbagliato, due no, anche perché la marea viene data sostenuta (almeno 135 centimetri, quelli stimati) per i tre giorni seguenti, fino a sabato, dimostrand­o condizioni che mai si erano verificate in laguna, nemmeno nei giorni dell’acqua granda del novembre 2019. L’altra sono le polemiche, tante, di veneziani, categorie economiche (i commercian­ti ieri si mettevano le mani nei capelli per i danni subiti dai loro locali) e politiche. «Ci attiveremo in Parlamento e in commission­e Ambiente per capire cosa sia accaduto e cosa non abbia funzionato — interviene la presidente Alessia Rotta —. Il Mose funziona e episodi come questo non dovranno riaccadere».

San Marco

La Basilica allagata: «Situazione terribile» Oggi ancora marea, ma paratoie alzate

 ??  ?? Piazza San Marco sommersa dall’alta marea: il meteo «tradisce» e il Mose non è stato attivato, così Venezia è di nuovo sott’acqua
Piazza San Marco sommersa dall’alta marea: il meteo «tradisce» e il Mose non è stato attivato, così Venezia è di nuovo sott’acqua
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L’acqua alta ieri a Venezia. La marea ha toccato il picco (138 cm) a Punta Salute
(LaPresse) Il picco L’acqua alta ieri a Venezia. La marea ha toccato il picco (138 cm) a Punta Salute

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