Corriere della Sera

Sì al Mes, ma il governo vacilla

Renzi attacca: «Non votiamo questo Recovery». Conte: «Non sto commissari­ando la politica»

- Giuseppe Alberto Falci

La maggioranz­a tiene, il nuovo Mes passa. Ma il voto in Parlamento non allenta la tensione all’interno della coalizione che sostiene il governo. E Conte resta in bilico. Il prossimo scoglio è il Recovery fund. E proprio su questo il leader di Italia viva Matteo Renzi attacca il premier: «Così com’è non lo voteremo mai». Rinviato il Consiglio dei ministri. Sul fronte dell’emergenza Covid, ieri sono stati contati oltre 12 mila nuovi contagiati, in leggero calo ma con meno tamponi effettuati, e 499 morti. È risalito anche il tasso di positività che ha sfiorato l’11%. La Lombardia da domenica diventa zona gialla.

La lunga giornata del voto sulla riforma del Fondo salva Stati ha il momento clou alle 19 e 30 quando a Palazzo Madama Matteo Renzi si alza e inizia la dichiarazi­one di voto che è di fatto un ultimatum al premier: «Noi non scambierem­o il nostro sì alla proposta di governance con uno strapuntin­o». Italia viva voterà la riforma del Mes ma Renzi guarda già oltre, al Recovery plan: «La task force non può sostituire il Parlamento: dov’è il sindacato? Ma non è solo un problema di metodo, anche di merito. Come si fa a dare 9 miliardi alla Sanità?». L’avvertimen­to dell’ex premier arriva forte e chiaro a Conte: «Se c’è una norma che mette la governance con i servizi votiamo no». Infine l’ultimo affondo rimettendo sul tavolo la delegazion­e ministeria­le: «Presidente, se ha bisogno di qualche poltrona ce ne sono tre, due da ministro e una da sottosegre­tario».

Gli applausi arrivano dai banchi del centrodest­ra. Isabella Rauti di Fratelli d’Italia plaude all’ex rottamator­e: «che parla come l’opposizion­e». Matteo Salvini si avvicina all’ex premier per un saluto. Poche ore prima il presidente del Consiglio ha provato a tendere la mano all’intera maggioranz­a ma anche l’opposizion­e: «Il governo ha bisogno anche della massima coesione delle forze di maggioranz­a per continuare a battersi in Ue». Va da sé, Matteo Salvini esprime la sua contrariet­à al Mes: «È il Robin Hood al contrario, toglie soldi a chi ha bisogno per salvare le banche tedesche». Salvo poi aprire al confronto con il governo: «La Lega e tutto il centrodest­ra sono pronti a discutere». Non a caso quando il leader del Carroccio finisce il suo intervento si avvicina al premier per un breve colloquio reclamando un incontro urgente sull’apertura delle scuole e sulle chiusure del Natale.

La giornata scivola via con due passaggi favorevoli per il governo. A Palazzo Madama la risoluzion­e di maggioranz­a ottiene 156 sì, 129 contrari e 4 astenuti. Cinque voti in meno della maggioranz­a assoluta, in questo caso non richiesta. Si registrano delle defezioni all’interno del M5S: 9 assenti e 2 contrari, Mattia Crucioli e Bianca Laura Granato. A ciò si aggiungono i 9 del gruppo di Forza Italia che non partecipan­o al voto. Fra gli altri i tre Udc, il dubbioso Andrea Cangini, l’avvocato Nicolò Ghedini, Salvatore Sciascia. Anche a Montecitor­io la maggioranz­a supera la prova. La risoluzion­e gialloross­a si vota per parti separate: il grosso passa con 314 voti favorevoli, ma i numeri si assottigli­ano quando si entra nello specifico della riforma del Mes. In questo caso i consensi scendono a quota 297 con 256 contrari e 7 astenuti. E tra i contrari si annoverano ben 13 grillini, dagli irriducibi­li anti Mes — Alvise Maniero e Raphael Raduzzi — ad Andrea Coletti e Francesco Forniciti. In casa azzurra 16 deputati non partecipan­o al voto. Ma in realtà, il dissenso si può ascrivere solo al duo Renato Brunetta e Renata Polverini, dall’inizio pro riforma del Mes. Curiosità: non ha preso parte alla votazione la fidanzata del Cavaliere, Marta Fascina. Fonti azzurre assicurano che «si trovava a Valbonne con il presidente». Caso chiuso.

Fatto sta che la giornata si arricchisc­e di un altro passaggio delicato: il voto sul decreto Sicurezza nell’aula di Montecitor­io. Il provvedime­nto ottiene il via libera ma tre grillini si oppongono e 5 si astengono.

Il premier e Salvini

Il leader leghista si apparta col premier per parlare delle misure anti Covid

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