Corriere della Sera

Lo scontro è tra generi

«X Factor», tornano le categorie come negli anni 80 In tv la sfida è tra pop, rock, trap e canzone ironica

- Andrea Laffranchi

Lo show su Sky Stasera la finale del talent, ospiti i Negramaro e Madame

Sono tornate le categorie. Come negli anni Ottanta, quando le tribù musicali se le davano di santa ragione: se eri un dark non ascoltavi metal, Madonna era il male assoluto per i rocker, Sanremo era roba per vecchi. Lo streaming ha rotto le barriere create dai media tradiziona­li, playlist e algoritmi ci hanno trasformat­o in onnivori e anche gli snob mostrano i propri scheletri nell’armadio senza vergogna. Però non è che tutto sia uguale a tutto. Le divisioni rimangono, con una logica diversa.

La finale di «X Factor», in onda oggi su Sky (anche in chiaro su Tv8; ospiti Negramaro feat Madame), è specchio di questa nuova organizzaz­ione. Quattro finalisti, quattro mondi diversi. Casadilego, 17enne abruzzese, voce straordina­ria e capelli azzurro-verde, occupa la casella del pop contempora­neo, quello sporcato dall’urban (anche se quando si è trovata sommersa dall’elettronic­a si è un po’ persa) ed è nella squadra di Hell Raton. L’etichetta rock, quello duro e puro, è per i marchigian­i Little Pieces of Marmelade: Daniele, voce e batteria, e Francesco, chitarra, pestano duro, come se non ci fosse un domani ed è quello che ha convinto Manuel Agnelli. Emma sponsorizz­a il 20enne perugino Blind, la trap dalla faccia pulita che si sgancia dalla narrazione «mi faccio la tua tipa quando entro nel club con i miei fratelli che hanno le tasche piene di quella roba lì». Mika punta tutto su N.A.I.P.: è la quota stravaganz­a, piace alla gente che piace, è il circuito off che sporca la cornice mainstream di un programma televisivo.

Possibile che nel pubblico qualcuno finisca per ascoltarli tutti. Più difficile immaginars­eli in gara nello stesso contesto. Leggere la scena musicale di oggi con gli occhiali di dieci anni non funziona. Lo streaming ha cambiato il profilo della scena italiana. A guardare le classifich­e sembra che esistano solo trap e indie pop e che una generazion­e di artisti sia stata cancellata. Nello streaming è proprio così: con un pubblico in maggioranz­a 15-24enne, la Top 50 è terreno vietato agli artisti over 40. E rimarrà così finché il pubblico adulto non abbandoner­à il supporto fisico. La comunicazi­one si concentra sui numeri delle classifich­e, ma da quando la pirateria ha distrutto il mercato dei cd i soldi — a parte questo maledetto anno — arrivano dal live. E qui le facce dei protagonis­ti cambiano.

È su questo che Hell Raton e Manuel Agnelli hanno litigato qualche settimana fa, per i dubbi del primo sul futuro discografi­co dei Little Pieces. «Esiste una vita parallela alla discografi­a e alla radio. Quella che ho fatto io con gli Afterhours è durata di più ed è stata più gratifican­te econo- micamente di quella di chi az- zecca un tormentone e 6 mesi dopo sparisce», dice ora Agnelli che produrrà il disco del duo e lo porterà in tour. «Anche il nostro modus operandi guarda al lungo termine — ribatte Hell Raton che ha affiancato alle ragazze della sua squadra il team produttivo e creativo della sua Machete

— e visto che “X Factor” va verso un linguaggio più discografi­co abbiamo fatto capire loro anche il valore di classifich­e e stream».

In questo 2020 i più ascoltati su Spotify sono due trapper, tha Supreme e Sfera Ebbasta. Il primo non ha ancora fatto un tour; Sfera, con un album fresco di quarto posto nella classifica mondiale (non italiana, attenzione) per ora ha annunciato due palazzetti. Per contro Vasco, re assoluto del live, o Ligabue che vende 100 mila biglietti per uno show, quando escono con un nuovo singolo non trovano posto nei primi 100 posti dello streaming.

Non è più tempo di dominatori assoluti. Qualcuno è forte sull’erba, qualcuno imbattibil­e sulla terra rossa e la zona comfort di altri è il cemento. L’eccezione che conferma la regola, il Federer del momento, è Ultimo. Per gli altri ci sono campionati diversi.

 ??  ?? Qui accanto, a partire dalla prima foto in alto a sinistra, in senso orario: Blind, pseudonimo di Franco Rujan, 20 anni; Casadilego (Elisa Coclite è il vero nome) è nata a Bellante (Teramo) e ha 17 anni; N.A.I.P. (Michelange­lo Mercuri, 29 anni) è nato a Lamezia Terme; il duo rock Little Pieces of Marmelade
Qui accanto, a partire dalla prima foto in alto a sinistra, in senso orario: Blind, pseudonimo di Franco Rujan, 20 anni; Casadilego (Elisa Coclite è il vero nome) è nata a Bellante (Teramo) e ha 17 anni; N.A.I.P. (Michelange­lo Mercuri, 29 anni) è nato a Lamezia Terme; il duo rock Little Pieces of Marmelade
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