«Governo, serve un rilancio»
Zingaretti spinge: ma niente crisi al buio. Conte chiede di scoprire le carte
Il segretario del Pd, Zingaretti: «A questo governo serve un rilancio». Il premier Conte vuole che tutto avvenga «pubblicamente». Decreto ristori: proroga sospensione dei mutui.
Ministra Bellanova, perché no alla task force?
«Quella proposta di governance presenta opacità, criticità, profili di incostituzionalità che potrebbero oltretutto compromettere la realizzazione del Piano e l’efficacia dell’azione amministrativa voluta. Qualità dei progetti e dell’attuazione e capacità di spesa vanno insieme. Se bisogna semplificare, e serve più coraggio, facciamolo. L’occasione Recovery va utilizzata per potenziare e innovare la Pubblica amministrazione. Non per eclissare politica, ministeri, Regioni, Parlamento, sostituendoli con sei — forse magnifici — manager cui attribuire poteri e funzioni straordinarie scelti su base amicale e con un consulentificio di altri trecento tecnici, selezionati sulla stessa base».
Conte farà la verifica: quali sono le vostre condizioni?
«La verifica non si annuncia ai microfoni ma si pratica sui tavoli dedicati. La condizione è una sola: discutere merito e metodo. Non conosco i progetti che il Piano contiene e il metodo usato per selezionarli. Già questo pone un problema. So che al Mipaaf stiamo lavorando da agosto, che abbiamo presentato proposte di altissima qualità, che i miei uffici sono in grado di gestire le risorse, e che non hanno certo bisogno di essere commissariati. Faccio un esempio. Meccanizzazione in agricoltura e contratti di filiera: in Francia ci sono certi e fortissimi investimenti, io non so ancora quante risorse sono previste».
E se eliminassero i poteri sostitutivi della task force?
«Se qualcuno crede che il punto di caduta siano dei contentini, ha sbagliato indirizzo e non ha compreso la sostanza dei rilievi. È un altro problema; significa che manca il linguaggio per intendersi. Nell’intervento in Senato Renzi lo ha detto con chiarezza: se sono necessarie poltrone libere, noi mettiamo a disposizione le nostre. Chi parla di ricerca di visibilità oltre che essere umanamente miserabile, rileva anche una bassissima levatura politica».
Quale potrebbe essere la mediazione?
«Niente meno della politica. Significa per esempio confronto serrato su come incentivare la presenza delle donne sul mercato del lavoro, rafforzare le politiche attive, costruire riequilibrio e sviluppo nel Mezzogiorno. Non sono al governo per fare tappezzeria e non ho dimenticato quanto ho appreso sui tavoli negoziali dove ad essere in gioco è la vita delle persone; si figuri se il mio problema può essere il destino politico di qualcuno o qualche rendita di posizione. Il Recovery è un’occasione per dire con chiarezza ai cittadini e soprattutto alle nuove generazioni dove e come pensiamo di incidere radicalmente, su quali basi costruiamo un Patto per il futuro e le chiamiamo ad un’alleanza. Il presidente Conte è un tecnico
Non sono al governo per fare tappezzeria Figurarsi se il mio problema può essere il destino politico di qualcuno o qualche rendita di posizione
prestato alla politica, posso comprendere che non abbia grande consuetudine con l’arte della sintesi. Illudersi di risolvere questo deficit oscillando tra paternalismo e pieni poteri non va bene».
Ma a una mediazione si arriverà: perciò Conte ha coinvolto il Parlamento
«L’unica soluzione è ritirare la proposta di governance, che non dovrà essere inserita surrettiziamente all’ultimo momento in Bilancio, senza la possibilità di discuterla. Se così fosse, voteremo contro la legge di Bilancio. In Parlamento sono state approvate le linee di indirizzo e le macroaree, e si è indicata la necessità di coinvolgimento su tutti i passaggi. Che non è una concessione del presidente Conte ma un obbligo costituzionale. La nostra è ancora una democrazia parlamentare».