«Serenità e rigenerazione, mi ha ispirato Endrigo Sarà tutto biodegradabile»
L’architetto Boeri: lavoro gratis, anch’io ho avuto lutti
Di chi è stata l’idea della primula?
«Mia. All’inizio mi era venuto in mente un sole. Poi ho pensato al fiore che sboccia per primo».
C’entra Sergio Endrigo?
«La mia generazione è cresciuta con quella canzone. Alla fine dice: “Per fare tutto ci vuole un fiore”».
Ha lavorato pro bono?
«Abbiamo tutti lavorato pro bono. Il mio studio di design e quello di architettura, oltre agli altri consulenti che ho voluto coinvolgere: Mario Piazza per la grafica, The Blink Fish per i video e Ingrid Paoletti e Niccolò Aste del Politecnico di Milano per la parte di ingegneria. Una ventina di persone. Ho avuto lutti molto vicini, a causa della pandemia. Quest’anno è stato terribile ed è una delle ragioni per cui nessuno di noi ha avuto esitazioni ad accettare l’incarico, dando il senso a questa urgenza».
Stefano Boeri è presidente della Triennale di Milano ed è l’archistar (Bosco verticale, Villa Méditerranée) cui il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha chiesto di immaginare la campagna di vaccinazione anti Covid.
Quando l’ha chiamata?
«Due settimane fa. Mi ha detto che avevano pensato a una immagine coordinata per la campagna di comunicazione e per l’architettura dei padiglioni sanitari e se ero disponibile a dare una mano. I tempi erano strettissimi, ho detto subito sì e ci siamo messi a lavorare pancia a terra per offrire una proposta ragionevole e studiata nei minimi particolari. Il simbolo della campagna doveva incarnarsi nell’architettura dei 1.500 padiglioni che entreranno nelle piazze italiane».
Avete scartato qualcosa, prima di arrivare al fiore?
«Avevamo pensato anche a un abbraccio o a una mascherina con la croce. Ma poi ci siamo resi conto che avevamo bisogno di un simbolo che trasmettesse serenità e l’uscita da un lungo inverno e non fosse né coercitivo né desse l’idea del liberi tutti. Il messaggio è: vacciniamoci perché così ci rigeneriamo, è un gesto per noi e per gli altri di responsabilità civile».
Abbiamo citato Endrigo. Ci sono altri rimandi artistici?
«La primula nella sua semplicità e potenza arriva a tutti, dai bambini di 4 anni agli anziani con gradi di cultura differenti. L’Italia, inoltre, è ben rappresentata dalla botanica dei fiori. Poi, se vogliamo cercare nell’arte, nella Dama col mazzolino del Verrocchio ci sono le primule. Anche in Luini e Leonardo ci sono rimandi alle primule. Pasolini scrisse
Un paese di temporali e di primule».
I padiglioni sono stati pensati in modo rispettoso verso l’ambiente?
«Sarebbe una follia immaginare di lasciare dei pezzi di plastica in giro, quando finirà la vaccinazione. Abbiamo pensato a tutto: alla funzionalità degli spazi, alle superfici fotovoltaiche con due inverni di riscaldamento e una estate in condizionamento, al legno, ai tessuti. Saranno recuperabili e biodegradabili».
Cosa ci ha lasciato di positivo il Covid?
«In questa fragilità totale che abbiamo sperimentato, danno fiducia due cose: la generosità dimostrata da tutti e il risultato ottenuto dalla ricerca scientifica, che è riuscita a fare in pochi mesi quello che si faceva in due anni. Questa è una cosa che a giugno non era scontata, si parlava della fine del 2021 per i vaccini. E invece è un traguardo che è stato proporzionato all’investimento fatto».